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Cosa vedere in Calabria: otto rinvenimenti da visitare al Parco Archeologico dei Tauriani

2021-03-02 11:01

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Cosa vedere in Calabria: otto rinvenimenti da visitare al Parco Archeologico dei Tauriani

Il parco archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo" è ubicato a Palmi, nella zona in cui anticamente sorgeva la città di Tauriana

Cosa vedere in Calabria: otto rinvenimenti da visitare al Parco Archeologico dei Tauriani

Il parco archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo" è ubicato a Palmi, nella zona in cui anticamente sorgeva la città di Tauriana (o Taureanum).

Il parco, con i suoi attuali tre ettari di estensione, occupa la parte centrale di un pianoro dominante la costa Viola. È stato realizzato con fondi APQ Beni culturali Calabria e con un finanziamento dell'Amministrazione provinciale di Reggio Calabria ed inaugurato il 17 settembre 2011

 

Il parco è intitolato ad Antonio De Salvo (Palmi, 25 giugno 1851 - 20 gennaio 1924), medico chirurgo grazie al quale si devono, nel XIX secolo, le prime scoperte archeologiche sull'antica città bruzia e romana di Tauriana. Nel 1885, in occasione della costruzione del ponte sul fiume Petrace della Ferrovia Gioia Tauro-Palmi-Sinopoli, il De Salvo ritrovò materiali dell'età neolitica mentre, nel 1900, scoprì ed illustrò armi e suppellettili della prima età del ferro, rinvenuti presso la zona denominata Ponte Vecchio. Nel 1906 venne nominato ispettore onorario per le antichità e belle arti del Circondario di Palmi.

Le sue opere principali, in materia archeologica, sono Notizie storiche e topografiche intorno Metauria e Tauriana, edito a Napoli nel 1886, e Ricerche e studi storici intorno a Palmi, Seminara e Gioia-Tauro, edito anch'esso a Napoli nel 1899.

Storia

Verso la fine del XIX secolo, i rinvenimenti archeologici fortuiti e la redazione di una carta topografica da parte dello storico palmese Antonio De Salvo, nella quale evidenziava i ruderi ancora visibili a quel tempo, segnarono l'inizio di un interesse storico-archeologico verso quel pianoro ove, fino all'anno 951, sorgeva l'antica città di Tauriana.

Nel XX secolo cominciarono invece le indagini nell'area, poco distante dal parco, dove sorge il complesso di San Fantino. Tali indagini aumentarono però a partire dal 1995, con le campagne di scavi archeologici condotte a cura della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria, in collaborazione con università italiane e straniere.

Significativa in questo periodo l'azione sistematica e appassionata di un gruppo di volontari di Palmi, denominatisi Movimento Culturale San Fantino, già impegnati dal 1998 con l'adozione ufficiale del complesso di San Fantino. I volontari resero fruibile l'area del parco promuovendola attraverso una attenta e regolare cura e manutenzione seguita dalla programmazione di visite guidate gratuite aperte a tutti. L'attenzione e il coinvolgimento a più livelli suscitati, e l'importante partecipazione di pubblico registrata in circa venti anni, hanno reso possibile il completamento dei lavori di scavo, recupero e studio dell'area, culminato nel settembre 2011 con la firma della apposita convenzione triennale con la Soprintendenza di Reggio Calabria e la sezione reggina di Italia Nostra.

Le scoperte archeologiche

  • Le strutture rinvenute ed evidenziate all'interno del parco sono le seguenti:
  • un villaggio protostorico risalente a quattromila anni fa;
  • impianti urbani della città di Tauriana (prima brettia poi romana);
  • architetture pubbliche, sacre e private come la "casa del Mosaico";
  • il "santuario urbano", da tutti conosciuto come la "casa di Donna Canfora";
  • una strada romana;
  • un edificio per spettacoli di forma circolare, che già a fine Ottocento lo storico Antonio De Salvo, nell'opera Metauria e Tauriana, aveva immaginato si trattasse di un anfiteatro.
  • Inoltre fa parte del parco la Torre Saracena, di epoca moderna.

 

Il percorso del parco è segnato da alcuni pannelli esplicativi.

 

 

Strada Romana

Della grande strada urbana passante per l'antica Tauriana, si conserva la pavimentazione in basoli di dura pietra locale. Da essa si accedeva alle gradinate dell'edificio per spettacoli. La sua prosecuzione, fuori città, conduceva alla via Popilia, importante asse viario di collegamento tra Reggio Calabria e Capua-Roma

 

foto sotto:

Selciato Romano del Parco Archeologico dei Taureani di Palmi 

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L'edificio per spettacoli

Si tratta di un'architettura singolare nel panorama italiano, che presenta la forma di un teatro ma nasce come anfiteatro per manifestazioni ludiche, come i combattimenti tra gladiatori.Occasionalmente la struttura poteva destinata a rappresentazioni teatrali. La sua capienza sarà stata di circa 3.000 spettatori

 

foto sotto:

Edificio per spettacoli

 

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Quartiere abitativo

Nella parte sud del pianoro è visibile un settore del quartiere abitativo brettio-romano nel quale, ai lati della strada, è possibile leggere la sovrapposizione delle strutture romane su quelle brettie

 

foto sotto: casa del mosaico

La città brettia

Della Tauriana "brettia" (I secolo a.C.) è possibile ammirare la «casa del mosaico», così chiamata per il rinvenimento di un mosaico figurato che, insieme a un letto di bronzo decorato in argento e pietre preziose, abbelliva un ambiente identificato come sala da banchetto. Il letto è attualmente esposto nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Al centro della sala, era collocato il mosaicorealizzato con minute tessere policrome. Vi è rappresentata una scena di caccia con due cavalieri ed un portatore di lance che si dispongono ai lati di un orso, ferito. Completano la scena, dominata da un grande albero, un cane, un felino e un cinghiale

foto sotto:

casa del mosaico

mosaico(fonte: https://www.facebook.com/MuseoArcheologicoRC)

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Santuario romano

Dell'area sacra, dedicata a una divinità ancora sconosciuta, sono oggi visibili i resti di un alto podio (m. 10x20 ca) e di un triportico. Originariamente il complesso presentava decorazioni e rivestimenti in pietra locale, marmo e stucchi.

Testimonianza archeologica particolarmente significativa di questa nuova fase romana è la costruzione di questo edificio religioso sul ciglio ovest del pianoro di Tauriana, la cui tipologia è un "unicum" nel contesto architettonico e religioso della Calabria antica. La sua costruzione comportò una modifica del precedente abitato brettio come testimoniato, tra l'altro, dall'obliterazione della canaletta quadrangolare con i bolli, messa in luce un paio di metri ad ovest del tempio.

L'edificio sacro è orientato a nord-est e s'inquadra tipologicamente tra i templi su podio di tipo etrusco-italico: l'alto podio quadrangolare, impiantato su una fondazione alta 2,25 metri, impostata a sua volta sul banco di roccia naturale, era realizzato in opus caementicium. Un paramento in mattoni rivestiva parzialmente l'elevato, su un paio di laterizi è ancora leggibile il negativo del bollo (C) Numitori, già noto a Palmi poiché impresso su alcuni mattoni rinvenuti fortuitamente, nel secolo passato nell'area di Tauriana.

L'accesso era costituito da una scalinata, oggi non più conservata, ed era situato verosimilmente sul lato breve nord, una struttura porticata, di cui si conservano i muretti a livello di fondazione, lo circondava su tre lati secondo un impianto edilizio consueto per l'architettura religiosa del tempo.

Dell'elevato superiore non si è conservato nulla, labili tracce di resti murari sono visibili sul piano orizzontale secondo un doppio orientamento E-W e S-N, ma risulta difficile dire se si riferiscano ad una partizione interna o ad un altare. Secondo testimonianze verbali non più verificabili, sul piano di calpestio orizzontale sarebbero state viste impronte circolari in malta relative con molta probabilità, al colonnato

La scelta di erigerlo nel punto più visibile del pianoro dalle pareti a strapiombo sulla costa, non fu casuale: il tempio, a ridosso del ciglio nord, quasi isolato o comunque emergente dal resto del contesto abitativo, sarebbe stato immediatamente visibile a chiunque navigasse da settentrione.

Il completamento degli scavi archeologici nell'area dell'edificio sacro, permetteranno di completarne lo studio tipologico e di darne una datazione più precisa, consentendo, forse, di proporre anche una possibile identificazione della divinità cui era dedicato.

L'edificio templare di tipo italico è stato da sempre identificato dalla locale tradizione popolare come il palazzo di Donna Canfora.

Donna Canfora era una donna particolarmente bella, rapita dai corsari attratti dalla fama della sua bellezza mentre acquistava alla marina fini mercanzie e che si gettò nel mare dalla barca, preferendo la morte al distacco dai suoi cari.

 

foto sotto: 

Santuario Romano conosciuto come casa di Donna Canfora

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Villaggio protostorico

Al di sotto della fase brettia e romana, non ancora visibili, vi sono i resti di capanne di un villaggio dell'età del bronzo, attivo per circa mille anni, a partire da 4.000 anni fa. Le capanne sono realizzate con alti muri in pietra e tetto in materiale deperibile

 

foto sotto: Villaggio protostorico

 

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Torre Spinelli

La Torre Spinelli, conosciuta come torre saracena di Palmi è una delle antiche torri d'avvistamento cinquecentesche che sorgono sul litorale della Costa Viola. La struttura si erge sulla sommità del pianoro di Taureana, a ridosso di una falesia che sovrasta la spiaggia del Lido di Palmi. Costruita nel 1565, anticamente era denominata Torre di Pietrenere (o de "Le Pietre Negre") per distinguerla dall'altra torre d'avvistamento di Palmi, chiamata Torre di San Francesco, attualmente scomparsa.

La torre è tutelata tramite notifica del 16 agosto 1913 e, dall'11 settembre 2011, fa parte del complesso del Parco archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo".

 

Storia

Nel 1549, avvenne la distruzione di Palmi ad opera del corsaro turco Dragut Rais. A seguito di tale devastazione il duca di Seminara Carlo II Spinelli, che era divenuto feudatario della città nel 1555, decise di riedificare la «terra di Palma» e di fortificarla. Pertanto decise di costruire anche due torri di guardia costiera. Una fu chiamata di «San Francesco», ed era ubicata nella località ancora oggi denominata Torre, e l'altra, costruita presso la Chiesa di San Fantino, fu detta «di Pietrenere», dal nome della marina sottostante. La costruzione della Torre di Pietrenere, come indica l'iscrizione riportata a tutt'oggi, risale al 1565.

Da un atto del 1747 la torre risultava allora di proprietà di Bruno Ubaldo, quale «Capitano proprietario della Reggia Torre delle Pietre Negre in giurisdizione della Città di Seminara»

Il 16 agosto 1913 venne emesso un decreto di tutela della torre.

Dall'11 settembre del 2011 la torre fa parte del Parco Archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo", inaugurato a seguito degli scavi archeologici che avvengono dal 1995 nell'area vicina al manufatto e che hanno portato alla luce le rovine dell'antica Tauriana

Descrizione

La torre ha una circonferenza alla base di circa 22 metri, una larghezza di 8 metri, un'altezza di 15 metri e la porta d'entrata è collocata ad un'altezza di 7 metri dal suolo, e conduce ad una camera provvista di feritoie sui muri perimetrali. I materiali usati per realizzarla sono pietre naturali e mattoni.

L'unica finestra della torre è collocata dalla parte che guarda verso l'interno, lasciando la parte rivolta verso il mare senza aperture, in modo che le navi nemiche non potessero avvistare l'eventuale luce del torriero.

 

Foto sotto:

 Vista della torre medioevale saracena di palmi, anticamente chiamata "di Pietrenere"

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Il Parco Archeologico de Tauriani in 2 due minuti


fonte: 

  • https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_archeologico_dei_Tauriani
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Saracena_(Palmi)
  • www.parcoarcheologicodeitauriani.org

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