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Cosa vedere in Calabria: La Marinella di Palmi

2021-02-28 09:21

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Cosa vedere in Calabria: La Marinella di Palmi

La Marina di Palmi , è una borgo marinaro di Palmi formato poche case e da una piccola spiaggia antistante una baia racchiusa tra alti speroni di roccia

La Marina di Palmi (comunemente chiamata Marinella), è una borgo marinaro di Palmi formato poche case e da una piccola spiaggia antistante una baia racchiusa tra alti speroni di roccia. La bellezza della baia ha contribuito, nel 2014, all'assegnazione da parte di Legambiente di 3 vele blu al comune di Palmi, ponendo la città al terzo posto in tutta la Calabria

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Geografia fisica

La Marina di Palmi è situata su un breve tratto pianeggiante di costa che si affaccia sul mar Tirreno, a ridosso delle pendici del monte Sant'Elia e del pianoro di Palmi. Il territorio fa parte del litorale chiamato Costa Viola. La località è formata per lo più da una piccola battigia antistante l'omonima baia della Marinella, dalla quale sorgono, a pochi decine di metri, alcuni edifici ed i tornanti dell'unica strada (immersa tra gli olivi che collega il rione con il sovrastante pianoro nel quale è ubicato il centro storico di Palmi.

La spiaggia, racchiusa dalle alte rocce del bastione montuoso del Sant'Elia e della punta Motta, è formata da ghiaia bianca.

Vicino alla Marina di Palmi si trovano alcune grotte marine e costiere, e degli scogli. Tra le prime vi sono la grotta delle Sirene,la grotta dell'Arcudace e la grotta Perciata mentre lo scoglio principale è denominato Pietra Galera. Quest'ultimo segna l'estremità sud della baia della Marinella mentre l'estremità nord è segnata dalla Punta Motta.

Il territorio della Marina di Palmi rientra, nella sua totalità, nell'elenco delle Zone di Protezione Speciale e dei Siti di Interesse Comunitario della Regione Calabria.

Storia

Agli inizi del XVI secolo la città di Palmi, servendosi anche della propria marina, attirò a sé tutti i traffici che si esercitavano lungo la riviera meridionale calabrese.

In quei secoli la Marina fu anche il luogo in cui sbarcavano, per saccheggiare e devastare il centro abitato di Palmi, le varie scorrerie di pirati che attraversavano il Mar Tirreno.

Nel 1735 dalla Marina di Palmi partì il re Carlo III di Spagna, alla volta di Palermo, per la sua incoronazione quale re di Napoli e Sicilia.

Il 22 agosto 1860 la Marina di Palmi vide invece lo storico sbarco della spedizione dei Mille nella lotta di Risorgimento

Monumenti e luoghi d'interesse

Teatro all'aperto

 

Il Teatro all'aperto di località Motta è una costruzione moderna, ad imitazione degli antichi teatri greci, localizzata nei pressi della Marina di Palmi.

Adagiato lungo un costone del Monte Sant'Elia che dal centro storico degrada verso la Marina di Palmi, il teatro è ubicato in una posizione naturale, da cui è possibile ammirare lo Stretto di Messina, le Isole Eolie, Bagnara Calabra e Scilla.

Il progetto architettonico fu redatto dagli architetti Rosaria Zoccali e Domenico Abbia, mentre quello strutturale fu firmato dall'ingegnere Bruno Cassone. L'idea di realizzare un anfiteatro fu opera dell'amministrazione comunale guidata dall'onorevole Armando Veneto, nonché dell'Accademia d'Arte Drammatica della Calabria, avente sede a Palmi.

La struttura, inaugurata nel 2000 ed avente una capienza di 1000 posti a sedere, ospita regolarmente eventi culturali ed eventi televisivi, come il "Premio Europa" su Rai International o "La Notte dei Sospiri" andato in onda su Raiuno. Il teatro è stato inserito dalla Regione Calabria nei tredici siti archeologici che ospitarono il "Magna Grecia teatro Festival".

 

Edicola della Madonna del Carmine

 

In contrada Acqualive, presso il luogo dove avvenne l'uccisione dei pirati saraceni, vi è una piccola edicola con una nicchia, nella quale è dipinta una immagine della Madonna del Carmine con le anime del purgatorio. Questa edicola viene chiamata dalla gente del luogo come «croce dei morti», in memoria dell'eccidio dei turchi e di alcuni abitanti di Palmi. Infatti la «pietra del drago» era collocata a circa duecento metri a sud dell'edicola suddetta.

 

Belvedere Motta

Risalendo i tornanti della strada che collega la Marina di Palmi al centro storico cittadino, di fronte al teatro è collocato il Belvedere Motta. Dall'affaccio è possibile ammirare, oltre alla sottostante baia della Marinella ed al soprastante monte Sant'Elia, tutta la costa Viola nella sua interezza, da Punta Pezzo di Palmi fino allo Stretto di Messina, con la Sicilia e le Isole Eolie sullo sfondo. Particolarmente visibili sono i centri abitati di Bagnara Calabra e di Scilla

 

La "Via del sale"

 

Dalla Marina di Palmi è possibile percorrere un antico sentiero storico e naturalistico chiamato "la Via del sale", che conduceva dalla spiaggia fino a Seminara, passando attraverso il borgo di Palmi. Il percorso, che nei secoli passati veniva effettuato per trasportare in città le merci scaricate, a dorso di mulo, deve il suo nome appunto al sale poiché questo era il prodotto maggiormente richiesto ed utilizzato ai tempi del duca Carlo Spinelli, feudatario di Palmi e Seminara. Il sentiero è immerso tra gli olivi e consente di poter attraversare la "valle degli opifici", dove vi sono i resti di antichi edifici dei secoli passati. Tra questi vi è un opificio del 1599, che è il più antico della Calabria. Inoltre, in alcune zone, il percorso è arricchito da una serie di punti panoramici.

 

foto sotto:

  • Panorama sulla cittadella(tragitto verso la via del sale)
  • Belvedere Motta
  • Teatro all'aperto

 

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Approfondimenti

Storie affascinanti custodite dalla memoria popolare e tramandate sino ai giorni nostri. Si racconta che nella ciottolosa spiaggia della Marinella, alle pendici del gigantesco Sant’Elia, sbarcò il feroce Dragut con le truppe di disaraceni e, prima di lui, trovò ristoro Enea insieme ai valorosi compagni, ormeggiando le sue navi durante i viaggi nel Mediterraneo.

E fu proprio nell’incantevole baia della Marinella che ebbe origine l’avvincente leggenda di Aiace. Si narra che, sulla via del ritorno dalla guerra di Troia, l’impavido eroe greco, secondo per forza e valore solo al cugino Achille, approdò con la sua nave nello specchio di mare sottostante il Sant’Elia, per riposarsi e dissetarsi. Arrampicatosi sopra una spuntone di roccia, perse il suo arco che scivolò nelle acque profonde per non tornare più indietro. Qualcuno sostiene che anche l’eroe qui perse la vita, inabissandosi insieme alla sua inseparabile arma. Proprio per questo lo scoglio, estrema propaggine della montagna, da allora in poi si chiamò Pizzo dell’Arco di Aiace, meglio noto tra la gente del luogo come Punta dell’Arcudaci.

E ancora oggi, nelle notti di luna piena, mentre il canto triste e melodioso di Donna Canfora dal fondo del mare di Pietrenere si propaga tutto intorno e la follia di Oreste soffia insieme al maestrale, il fantasma di Aiace appare, col volto terribilmente affranto, sulla spiaggia della Marinella, in cerca del suo invincibile arco.

Dalla leggenda alla storia:

Si identifica così la felice terra dei Feaci del tempo di Omero, con la Magna Grecia dell'antichità e con la Calabria attuale. Non può che essere stata in Calabria la terra dei Feaci: la durata che il testo omerico indica permette il passaggio da una costa all'altra della Calabria. Questo passaggio è quello nella direttrice Tauriana- Oppido Mella che collegava il Tirreno con lo Ionio, attraverso il crinale della catena montuosa, non a caso i romani scelsero di far passare proprio da lì una variante della Via Annia Popilia- tirreno/ionio.

Omero scrive che Ulisse, in balia delle onde su una zattera venne dapprima gettato su una costa ripida di rocce e scogli, (da noi identificata tra Rovaglioso e Trachina posta di fronte a Lipari, del resto le correnti ancora oggi portano la pietra pomice dai vulcani delle Eolie sulle nostre coste), Ulisse cercò poi riparo sulle rive pianeggianti, forse la spiaggia di Trachina o della Pietrosa, e si sa anche che pernottò in un luogo sicuro, una grotta poco distante dal mare. Sappiamo che l’unica grotta in zona peraltro frequentata in età protostorica dai popoli del mare è quella di Trachina. Da essa si poteva controllare il mare senza essere visti e stare al riparo degli animali selvatici.

Alla corte del re Alcinoo, Ulisse raccontò le diverse tappe del suo periglioso viaggio: Troia; Capo Malea; Piccole Sirti con il paese dei Lotofagi; i Ciclopi; Malta; l'isola di Eolo; lo scoglio di Marsala con il porto dei Lestrigòni; Monte Erice come l'erta Rocca di Ramo; Ustica come l'isola di Circe; Imera come le case di Ade e Persefone; lo stretto di Messina come Scilla e Cariddi, con lo scoglio delle Sirene; una delle isole Lipari come l'isola di Calipso e finalmente l'ultima importantissima stazione, la Calabria, cioè l'antica Magna Grecia come la terra dei Feaci, chiamata da Omero Scheria e cioè il territorio di Palmi nella Costa Viola.

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Le sedie sono posti di nave. È davanti ai nostri occhi. Eccolo questo mare, il mare tra terre, il Mare Bianco, il Mare Nostrum, che ci resta in gola come una lacrima respinta, di sale, e ci rende l’anima confusa…

Il mare dei sogni antichi, degli amori, delle speranze dei popoli che lo attraversano guidati da polene che fissano il futuro. Il mare degli eroi, che lo sfidano da secoli su legni veloci.

Il viaggio, l’odissea, è un viaggio d’amore. Amore per le terre che il Mediterraneo lambisce e per l’Uomo, soprattutto.


fonte :https://it.wikipedia.org/wiki/Marina_di_Palmi

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