Cosa vedere in Calabria: Palmi, la città della Varia
PALMI
Palmi è conosciuta come la città della Varia, la festa principale della regione, nel 2014 ritenuta "festa della Calabria", e rientra nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane, dal 2013 inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO.
Palmi sorge sul mar Tirreno, a ridosso delle pendici del Monte Sant'Elia, su un terrazzamento che sovrasta un tratto di Costa Viola.
Gran parte del territorio comunale è formato da una serie di terrazzamenti collinari che degradano rapidamente sul mare tramite un sistema di falesie, piccole spiagge e scogliere.
Su un terrazzamento a quota 228 metri s.l.m. si trova il centro storico con la casa comunale mentre, in un altro terrazzamento posto più a nord ed avente altezza di circa 100 metri s.l.m., è ubicata la frazione di Taureana. La restante parte della superficie comunale è costituita, a sud, dal Monte Sant'Elia (582 metri s.l.m.) e, a nord-ovest, da un territorio pianeggiante su cui sorgono i quartieri balneari costituenti il Lido di Palmi.
Il corso d'acqua principale è il fiume Petrace, che segna il confine nord-est del territorio comunale, dalla località Pontevecchio fino alla sua foce sul mar Tirreno.
Il Petrace è Alimentato da sette affluenti, ha origine dal versante tirrenico dell'Aspromonte. Il suo tratto finale segna il confine tra i comuni di Palmi e Gioia Tauro.
Al fiume Petrace sono legati i miti di Oreste e di San Fantino. Lungo le sue sponde si tennero sanguinosi scontri tra francesi e spagnoli nei secoli XVI e XVII. Durante la seconda guerra mondiale, per via dei due ponti ferroviari che lo attraversavano (e tutt'oggi lo attraversano), fu testimone di spaventosi bombardamenti.
La punta più ad ovest è denominata Capo Barbi, e da questo promontorio inizia la Costa Viola.
Il nome deriva dal fatto che il mare, a poca distanza dalla linea di costa, raggiunge elevate profondità facendo assumere all'acqua un colore blu cupo che il sole, al tramonto, colora con riflessi viola. Poco più a sud di Capo Barbi vi è la punta Motta.
Tutta la costa di Palmi, nella quale si trovano la baia della Marinella e la baia della Tonnara,è arricchita da grotte marine e costiere, da spiagge e da scogli. Tra le prime vi sono la grotta delle Sirene, la grotta dell'Arcudace e la grotta Perciata. Le spiagge sono quelle della Marinella, di Trachini, della Tonnara e di Pietrenere-Scinà mentre gli scogli principali sono lo scoglio Trachini, Pietra Galera, lo scoglio dell'Isola e gli scogli Agliastro. Tra questi ultimi vi è il celebre scoglio dell'Ulivo, sulla cui sommità è cresciuto, nei secoli passati, un albero di olivo.
ORIGINE DEL NOME
Circa le origini del nome dato a Palmi è costante la tradizione, nei secoli susseguiti alla sua fondazione, che abbia assunto tale denominazione a causa delle numerose palme che sorgevano nel suo territorio; tant'è che con l'indicazione De Palmis, Ruggiero I conte di Calabria specificava di concedere la chiesa di San Georgium, nel 1085, alla Chiesa di Santa Maria e dei XII apostoli di Bagnara Calabra. Dominus Palmae venne chiamata invece dal barone Iacobus De Roto di Seminara nei registri angioini dei baroni di Calabria del 1333.
Mentre, nei secoli seguenti, gli antichi notari si servirono dell'espressione Civitas Palmarum per indicare Palmi. La quale, nel secolo XVI, da Gabriele Barrio venne chiamata Parma mentre da Fra Lando Alberti venne nominata come Palma. Carlopoli venne pure denominata nel secolo suddetto, in onore del duca Carlo Spinelli che la ricostruì fortificata dopo una devastazione saracena, tanto che nel 1567 sono riportati l'appellativo di oppidum (a conferma della fortificazione) e di Palma nunc Carlopolis ipotizzando che la nuova Carlopoli fu costruita accanto al vecchio centro abitato. Solamente nel 1669 si incomincia a trovare scritta Palmi ma, col cominciare del XVIII secolo, la città venne detta ordinariamente Palme, nome che prevalse sempre fino al nuovo assetto del regno di Casa Savoia (1860), in cui si stabilì definitivamente il nome Palmi.
STORIA DI PALMI
Prima della metà del X secolo Palmi non esisteva, ma è da ritenersi che alcune case coloniche, appartenenti alla vicina città di Tauriana, si dovessero trovare sparse per l'allora contrada De Palmis, così chiamata a causa delle numerose palme che ivi crescevano spontaneamente.
Non è da escludere, però, che già in precedenza la città di Palmi potesse esistere in quanto, nel VI secolo, Cassiodoro in una lettera indirizzata ad Anastasio ("cancellaro" della Bruzia e della Lucania), elogiò un vino chiamato «Palmaziano» ed argomentò che questo nome derivasse da quello di un territorio anche se, successivamente, i glossatori ritennero che fosse riferito non ad un territorio, ma alla sua eccellente superiorità.
Il territorio comunale fu abitato fin dall'Età del bronzo, come testimoniato dai rinvenimenti ottenuti negli scavi condotti nella Grotta della Pietrosa o dai resti di capanne scoperti a Taureana di Palmi.
Dal IV secolo a.C., e fino al X secolo, nel territorio comunale si sviluppò la città di Tauriana. Sulla sua fondazione, alcune leggende narrano di una possibile colonizzazione achea dell'area.
Altre ipotesi storiche ricollegano la nascita della città alla seconda metà del IV secolo a.C., quando dei gruppi brettii, nello specifico i «Tauriani», si resero autonomi dai lucani, raggiungendo e conquistando una parte della Calabria meridionale. La città è segnalata in atti ufficiali di età successiva, quando Tito Livio asserisce che nel 212 a.C., in occasione della Seconda guerra punica, nel Bruttium vi fu il passaggio dei Taureani sotto la protezione di Roma. Nell'alto medioevo la città crebbe d'importanza diventando sede vescovile.
Nel 951 Tauriana venne distrutta dalle milizie dell'emiro di Palermo Hasan Ibn Alì e, fuggendo, la parte dei taurianensi dedita ai traffici ed alle arti marinaresche si stabilì nella parte alta della costiera, tra il monte Aulinas ed il fiume Metaurus, nella contrada De Palmis dove vi erano alcune case coloniche
foto sotto:
Tavola Peutingeriana: Segmentum VI; rappresentazione dell'estremità meridionale della Calabria e dello Stretto, con evidenziata Tauriana
Dei primi secoli di vita del piccolo villaggio di Palmi (Palmae in latino), casale di Seminara, sono giunte ai giorni nostri poche informazioni. Si narra che da Palmi il conte Ruggero I di Sicilia radunò l'armata normanna per muovere alla conquista della Sicilia. Dagli inizi della dominazione normanna, fino al principio del XIII secolo, le uniche notizie riguardano le vicende che accompagnarono i conventi di Sant'Elia lo Juniore e di San Fantino.
Le dimensioni dell'abitato nel Trecento dovevano essere contenute, dato che la chiesa di San Nicola era l'unica esistente.
Si rifugiò a Palmi, nel 1495, il re Ferdinando II di Aragona dopo aver subito una sconfitta a Seminara contro le truppe del generale Robert Stuart d'Aubigny.
Il centro abitato fu colpito nel 1549 dai pirati saraceni e distrutto interamente. Pertanto il feudatario duca Carlo Spinelli, decise di riedificare la città fortificandola. In seguito alla sua ricostruzione la città crebbe ulteriormente d'importanza attirando tutti i traffici marittimi delle coste meridionali della Calabria.
Indipendente da Seminara nel 1632, nel XVII secolo la città si sviluppò urbanisticamente ed economicamente grazie all'attività commerciale dei suoi abitanti ed al marchese Andrea Concublet che le istituì una "fiera".
Le mura ad est vennero abbattute per permettere l'unione con i nuovi agglomerati che venivano a formarsi, in conseguenza dell'aumento di popolazione. Sempre nel XVII secolo il tessuto urbano, fino a quael momento costituito da rioni distanti tra di loro, si concentrò intorno ad un nodo principale formato dalla nuova "piazza del Mercato".
Nel XVIII secolo Palmi attraversò il periodo più florido della sua storia, fino a quando fu colpita dal Terremoto della Calabria meridionale del 1783 che la distrusse completamente provocando circa 1.400 morti. La ricostruzione della città avvenne seguendo parzialmente il Piano Regolatore redatto dall'ing. De Cosiron.
La città venne posta a capoluogo di distretto nel 1806. Nel 1860 avvenne lo sbarco di Giuseppe Garibaldi e della spedizione dei mille alla Marina di Palmi, e l'evento fece mettere in fuga il numeroso presidio borbonico presente in città. Con l'Unità d'Italia, il distretto venne abrogato e Palmi fu posta a capo dell'omonimo circondario (abolito nel 1927). Nel 1894 la città fu epicentro di un terremoto che produsse numerose rovine e 9 morti.
Nel 1908 Palmi venne nuovamente distrutta, quasi nella sua totalità, dal violento terremoto del 28 dicembre, che provocò nella sola città calabrese circa 600 morti. Il centro abitato venne ricostruito su progetto dell'ing. Pucci, stravolgendo completamente l'assetto urbano dei secoli passati. La ricostruzione, che interessò tutta la prima metà del XX secolo, rese gradevole l'aspetto della città, con l'uniformità delle volumetrie, con il gusto neoclassico dei nuovi edifici e con la realizzazione di monumenti ed opere d'arte.
Il secondo dopoguerra vide lo sviluppo cittadino nel settore terziario, ponendo Palmi come principale polo amministrativo, direzionale e scolastico del versante tirrenico della provincia grazie all'istituzione di scuole di secondo grado, strutture di forze armate, strutture sanitarie e giudiziarie e sedi di altri enti pubblici e privati. Nel 1998 fu istituito dalla Provincia di Reggio Calabria il Circondario della Piana, rinominato nel 2008 Circondario di Palmi.
foto sotto:
Disegno di Edward Lear inserito nel libro "Diario di un viaggio a piedi, Calabria" del 1847.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
I luoghi di culto della città sono i seguenti:
- Concattedrale di San Nicola (1932), duomo della città e concattedrale della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi. L'edificio è in stile neoromanico ed al suo interno conserva un quadro del XVIII secolo della Madonna della Sacra Lettera e la reliquia del Sacro Capello;
- Chiesa di Maria Santissima del Soccorso (anni 1930), in tardo stile barocco, sull'altare maggiore custodisce la settecentesca statua della Madonna del Soccorso;
- Chiesa di Maria Santissima del Rosario (1937), in stile neoromanico, al suo interno contiene la venerata statua di Sant'Antonio di Padova;
- Chiesa della Santa Famiglia (2005), esempio di architettura moderna progettata dagli architetti Flavio Bruna, Aimaro Isola e Roberto Gabetti, ha ricevuto numerose recensioni, tra cui quella della rubrica "una chiesa del mese" della Conferenza Episcopale Italiana;
- Chiesa di Maria Santissima Immacolata e San Rocco (1954), architettura moderna sorta nel luogo dove anticamente vi erano le due chiese distinte dei due suddetti santi. Custodisce le statue, molto venerate dalla popolazione, di San Rocco (XVII secolo) e dell' Immacolata Concezione;
- Santuario di Maria Santissima del Carmelo (1927), in stile barocco con pregevoli bellezze artistiche conservate al suo interno, tra le quali la miracolosa statua della Madonna del Carmine del 1782;
- Chiesa del Santissimo Crocifisso (XVII secolo), in stile barocco, è il luogo di culto più antico del centro storico e al suo interno si trova, sull'altare maggiore, un Crocifisso ligneo del XVII secolo mentre nella cripta sottostante è presente il Sacrario diocesano contenente le reliquie di numerosi santi;
- Oratorio del Santissimo Rosario (1966), luogo di culto in stile moderna che conserva un antico dipinto della Madonna del Rosario;
- Chiesa di San Fantino (1953), architettura moderna di Taureana di Palmi che al suo interno conserva la venerata statua della Madonna dell'Alto Mare;
- Chiesa di Maria Santissima Assunta (1977), chiesa del Pietrenere;
- Chiesa di San Marco (1959), piccola chiesa della Tonnara di Palmi, dedicata al protettore dei pescatori del luogo;
- Chiesa di Sant'Elia (1958), chiesetta posta sulla sommità dell'omonimo monte a ricostruzione del luogo di culto realizzato nell'884 da Sant'Elia lo Juniore. All'interno sono collocate le statue della Madonna della Montagna e di Sant'Elia profeta;
- Chiesa di San Giuseppe (1960), luogo di culto di Palmi Scalo. La chiesa venne realizzata in occasione dei lavori per il raddoppio dei binari della Ferrovia Tirrenica Meridionale, a «perenne memoria» dei crolli avvenuti nel 1955 all'interno della galleria tra Palmi e Bagnara Calabra, che causarono la morte di 23 operai addetti al consolidamento ed alla posa dei binari.
- In passato a Palmi, nel centro urbano e «fuori le mura», sorgevano luoghi di culto dei quali oggi non ne rimangono più gli edifici (per terremoti, incendi o devastazioni saracene), ma vi è traccia, per alcune di essi, nelle memorie storiche e nei verbali delle visite vescovili o dei parroci del tempo.
Architetture civili
Palazzi, ville e torri
I principali palazzi, ville e torri della città sono i seguenti:
- Palazzo San Nicola (1932), sede attuale del municipio, venne progettato nel 1915 dall'architetto Vittorio Alberto Storchi;
- Torre civica (1954), detta anche "torre dell'orologio". La torre, sorgendo accanto al duomo cittadino ed essendo dotata di campane, svolge anche la funzione di campanile. Con i suoi quaranta metri d'altezza è l'edificio più alto della città;
- Palazzo degli Uffici (XX secolo), in stile neoclassico, risulta essere un complesso architettonico di particolare interesse storico. Eseguito da maestranze provinciali, il palazzo propone una costruzione massiccia ed equilibrata, che evidenzia la sua funzione pubblica di marcata derivazione classica. L'immobile è catalogato nell'elenco dei "luoghi della cultura" del Ministero per i Beni Culturali;
- Palazzo del Tribunale (XX secolo), architettura del periodo fascista, venne realizzato per ospitare il tribunale, la pretura e la corte d'assise del circondario giudiziario di Palmi. Attualmente è ancora sede alcuni uffici del tribunale civile;
- Palazzo della Caserma dei Carabinieri (XX secolo), in stile neoclassico, è un modello della tipologia edilizia tipica degli edifici pubblici realizzati nella Provincia di Reggio Calabria. Contrassegnato da elementi decorativi della manualità di maestranze provinciali qualificate, l'immobile risulta tra i beni vincolati della Regione Calabria ed è catalogato nell'elenco dei "luoghi della cultura" del Ministero per i Beni Culturali;
- Palazzo Ambesi Impiombato (XX secolo), in stile nazionalista e progettato dall'architetto Marcello Piacentini;
- Palazzo della Banca Popolare, anch'esso fu progettato in stile nazionalista dall'architetto Marcello Piacentini, per ospitare la sede della banca popolare cittadina;
- Palazzo di Giustizia (anni ottanta), esempio di architettura moderna che ospita gran parte degli uffici del tribunale di Palmi;
- Villa Pietrosa, chiamata anche "Villa Repaci" in quanto appartenuta all'omonimo scrittore, fu ristrutturata nel 2008 dal Comune di Palmi tramite concorso.Nelle vicinanze dell'edificio, immerso tra gli ulivi, vi è una piccola grotta ed una "guardiola", osservatorio per la caccia al pescespada piantata sullo sprone di una roccia, in un luogo dal quale è visibile tutta la Costa Viola.
- Altri palazzi e ville di interesse sono il Palazzo Bovi, imponente edificio con mura rosse e aperture in marmo bianco al cui interno vi nacque Nicola Antonio Manfroce, il Palazzo Mezzatesta, sulla cui facciata principale è collocata un'edicola con una riproduzione della Madonna del Carmelo a ricordo dell'evento miracoloso del terremoto del 1894 ed il Palazzo Rossi, antico edificio in stile liberty, nel quale lo scrittore Leonida Repaci ambientò un suo romanzo.
- Teatri
Le strutture teatrali della città sono le seguenti:
- Teatro all'aperto in località Motta (2000), che sorge adagiato su un terrazzo dal quale è ammirabile lo stretto ed i centri di Scilla e Bagnara Calabra.La struttura, progettata dagli architetti Rosaria Zoccali e Domenico Abbia, ospita numerosi eventi dell'"Estate Palmese" ed ha una capienza di 1.000 posti;
- Cinema teatro Nicola Antonio Manfroce (1950), edificio di notevole capienza con palcoscenico per scenografie mobili e rotanti, attualmente in fase di ristrutturazione. Nel teatro si esibirono artisti quali Adriano Celentano, Katia Ricciarelli, Gino Bramieri e Domenico Modugno che fece realizzare, a quei tempi, l'incasso più alto di tutta la Calabria.Il cinema-teatro sorse in sostituzione del più antico Teatro Nicola Antonio Manfroce, inaugurato il 26 aprile 1893 con un'opera diretta da Francesco Cilea e demolito nel 1938, dopo essere stato gravemente danneggiato dal terremoto del 1908.
- Nel centro cittadino è presente anche il Cinema teatro Cilea, che risulta però chiuso al pubblico dal 1979
- Fontane monumentali
In città vi sono alcune fontane monumentali, realizzate dal XIX secolo ad oggi. L'elenco è il seguente:
- Fontana della Palma (1922), collocata al centro della piazza Amendola e realizzata in stile barocco, del tipo berniniano moderno, dall'architetto Jommi e dallo scultore Giuseppe Sutera. L'opera riprende l'idea dell'antica "fontana del mercato", che era ubicata nell'attuale piazza I Maggio fino al 1886. Nel 1977 venne emesso un francobollo, che riproduceva l'opera, all'interno della serie "Fontane d'Italia";
- Fontane dei Canali (1838), manufatto posto in piazza Lo Sardo che serviva a convogliare le acque provenienti dalle contrade Olmo e Vitica, da cui prendono il nome le varie fontane. Il monumento è stato ristrutturato nel 2011 dall'Associazione Prometeus, con l'inserimento di immagini bronzee raffiguranti scene cittadine e contadine dei secoli passati, ad opera degli artisti Fabio Belloni, Maurizio Carnevali e Achille Cofano;
- Fontana monumentale (XX secolo), sorge in piazza Matteotti e al suo centro è collocata una colonna romana proveniente dai ruderi dell'antica Tauriana;
- Fontana Muta (XX secolo), opera ubicata nel rione Ajossa, in piazza Carmine Fiorino, composta da un muro di sostegno davanti il quale, centralmente, è collocata la fontana mentre ai due lati di quest'ultima partono due scalinate per accedere al soprastante rione Pille;
- Fonte di San Rocco (2010), opera dell'artista Maurizio Carnevali su progetto dell'architetto Bagalà, ubicata nell'omonima piazza. La fontana riproduce una scultura bronzea di San Rocco adagiato, con il cagnolino, nell'atto di abbeverarsi;
- Madonna con Bambino (2013), ultima realizzata, in ordine di tempo, e collocata sul lungomare Costa Viola del Lido di Palmi, dalla quale si innalza una stele con la rappresentazione stilizzata di una Madonna con Bambino.
Architetture militari
Le architetture militari di Palmi sono le seguenti:
- Torre Saracena, torre di avvistamento costiera risalente al XVI secolo. Fu costruita, nel 1565, dal duca Carlo Spinelli nell'ambito della riedificazione della città avvenuta nel 1549. Era chiamata anticamente «Torre di Pietrenere» per distinguerla dall'altra torre militare cittadina, detta di «Torre di San Francesco» (demolita nel XIX secolo). Il manufatto è tutelato tramite notifica del 16 agosto 1913 ed è collocato all'interno del Parco archeologico dei Tauriani.
- Fortino di Pietrenere, ubicato al Lido di Palmi. La struttura fu progettata ad inizio del XIX secolo dai francesi, per ordine del re di Napoli e di Spagna Giuseppe Bonaparte, durante il periodo di Gioacchino Murat. Nel progetto il fortino, avente mura grigie di pietra levigata,doveva essere collegato ad una batteria di cannoni. La struttura, che serviva in quanto la zona fu un teatro di lotte tra inglesi, francesi e filoborbonici, non venne completata poiché i Borbone ripresero il comando del Regno di Napoli;
- Torre quadrangolare (XVI secolo), collocato nel centro cittadino, in corrispondenza dell'antico borgo della Cittadella. L'opera è un bastione che faceva parte della cinta muraria cittadina realizzata nel XVI secolo e attualmente demolita.
Monumenti
- Il monumento principale è il monumento ai Caduti (1932), opera realizzata dell'artista Michele Guerrisi ed inaugurata con una cerimonia alla quale parteciparono Umberto di Savoia e Maria José del Belgio. Il monumento, ubicato in piazza Municipio, è costituito da un gruppo scultoreo con base in blocchi di granito a forma di croce greca, sui quali sorgono due gruppi di figure in bronzo. Il primo gruppo è formato da un soldato ed un fante. Il secondo gruppo è rappresentato da due madri unite nel dolore e nella fede. Alle loro spalle vi sono due colonne di marmo bianco di Carrara. Alla base delle colonne sono incisi i nomi dei 203 cittadini di Palmi caduti durante la Grande Guerra. Sempre nella piazza sorge il monumento al Lavoro (2013), scultura in marmo bianco e acciaio realizzata da Maurizio Carnevali. L'opera rappresenta una palma, simbolo della città. Nel marmo sono incise raffigurazioni del lavoro e della famiglia.
- Poco distante, in piazza Pentimalli, è ubicato il mausoleo di Francesco Cilea (1962), opera realizzata anch'essa da Michele Guerrisi e dall'architetto Nino Bagalà per ospitare la salma dell'artista palmese. Il mausoleo è costituito da una parete in muratura sulla quale sono disposti dei bassorilievi con raffigurazioni di scene del mito di Orfeo ed Euridice, il tutto attorno ad una scultura bronzea che rappresenta la musa Erato. Il mausoleo contiene una cripta decorata da mosaici contenente le spoglie dei coniugi Cilea. Sopra di esso vi è un piccolo orologio a ricordo dell'antica torre distrutta, con lo sbancamento di parte del rione Spirito Santo, per realizzare l'opera
- Dal suddetto mausoleo, risalendo la via Buozzi, nel belvedere Gi.Sa è collocato il monumento a san Francesco d'Assisi (1987), scultura bronzea realizzata dall'artista Susan Loeb Luppino, per conto della Sovraintendenza per i beni storici. La statua, posizionata su una base in pietra e marmo con intorno una fontana e un piccolo giardino, rappresenta il santo con le braccia aperte in segno di protezione verso la città, essendo la stessa posta in un luogo panoramico da cui si può ammirare il centro cittadino e il mar Tirreno. Nella Villa Comunale busto del musicista Manferoce opera scolpita dallo scultore Vincenzo Jerace
- Riscendendo nel centro storico, in piazza del Carmine, vi sono alcune opere monumentali. La principale è l'Obelisco alla Madonna del Carmine (1983), alta stele di granito sulla cui cima vi è collocata una statua in bronzo della Madonna del Carmine, realizzata dalla ditta De Luca di Napoli in concomitanza con il bicentenario del terremoto del 1783. La stele fu squadrata da maestri d'arte locali. Gli altri monumenti della piazza sono due leoni in bronzo, posti all'ingresso del santuario, raffiguranti uno «il terremoto» e l'altro «la fiducia del popolo nella protezione da parte della Madonna», ed una colonna di marmo, reperto storico provenienti dai ruderi dell'antica Tauriana
- Al di fuori del centro storico, nel belvedere Managò sulla cima del Sant'Elia, è collocato un complesso monumentale composto da: il monumento a Domenico Antonio Cardone, una grande croce di ferro (illuminata di notte e visibile da tutta la piana) ed il monumento delle tre croci (XX secolo). Il monumento delle tre croci fu realizzato ad inizio del XX secolo e rappresenta tre croci bianche, con quella centrale più grande, a ricordo del monte calvario dove Gesù venne crocifisso. Il monumento subì una parziale distruzione durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale per essere ricostruito nel 1949, a cura del corpo cantonieri comunali. Nel 2014 il complesso è stato oggetto di restauro ad opera del Rotaract Club di Palmi.
- In contrada Acqualive vi è un'edicola dedicata alla Madonna del Carmine chiamata «Croce dei morti», avente principalmente una valenza storica commemorativa, mentre nel piazzale Trodio è collocato dal 2014 il Monumento alla Varia di Palmi, realizzato anch'esso da Maurizio Carnevali.
- Completa l'elenco dei monumenti cittadini una serie di busti in marmo, collocata all'interno della Villa comunale Giuseppe Mazzini, di personaggi nazionali e locali del passato. Tra questi vi sono Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele III e Nicola Antonio Manfroce.
Punti panoramici
«Dalla cima del Sant'Elia, dalla balconata a mare della Villa Comunale, dalla gradinata della Torre, si gode un panorama che non è secondo a nessuno dei più famosi centri della riviera amalfitana»
(Leonida Repaci)
I punti panoramici della città sono molti, grazie alla conformazione del territorio comunale. Difatti in molti siti sono collocati dei belvederi dai quali è possibile ammirare tutta la costa tirrenica compresa tra Capo Vaticano e lo stretto di Messina (la costa siciliana è spesso visibile fino al vulcano Etna) e, sullo sfondo del mar Tirreno, le isole Eolie. Per questo, in passato, molti scrittori e poeti hanno definito Palmi una "terrazza sullo Stretto".
Il punto panoramico principale è il Belvedere Managò, posto sulla sommità del monte Sant'Elia, costituito da una serie di balconate realizzate con ringhiere e scale sopra i vari costoni della montagna.
Da esso sono visibili tutte le zone suddette, oltre al sottostante centro cittadino e alla Piana di Palmi. Lo stesso panorama è ammirabile, però da un'altitudine minore, anche dal Belvedere Torre, dalla Punta Motta e dalla villa comunale Giuseppe Mazzini. Altri punti panoramici sono collocati a Taureana di Palmi. Precisamente dalla via del Mare, dalla strada provinciale Palmi-Taureana e dal Parco Archeologico dei Tauriani si può ammirare la sottostante rada del Lido di Palmi, dov'è collocato il Porto di Palmi e lo Scoglio dell'Ulivo. Anche la baia dove sorge la Marina di Palmi offre punti panoramici, dalla strada che conduce alla frazione; difatti da essa è possibile ammirare sia la sottostante spiaggia in ghiaia bianca, sia gli speroni di roccia del sovrastante bastione montuoso del monte Sant'Elia
Archeologia
I siti archeologici del territorio sorgono principalmente sulle rovine dell'antica Tauriana e lungo la costa. Il più importante di essi corrisponde al Parco Archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo", inaugurato a Taureana nel 2011 nell'area dove avvengono scavi archeologici, in modo sistematico, dal 1995.
All'interno del parco, oltre alla Torre Saracena, sono evidenziabili i resti di un teatro che aveva una capacità di oltre 3.000 spettatori,una strada romana che conduceva alla via Popilia, un santuario romano conosciuto come "la casa di Donna Canfora", una "Casa del mosaico" risalente al I secolo a.C.,un quartiere abitativo nel quale è possibile leggere la sovrapposizione delle strutture romane su quelle brettie ed un villaggio protostorico con capanne risalenti all'Età del bronzo (4.000 anni fa).
Non lontano dal parco si trova il Complesso di San Fantino, luogo di culto monastico del 1857 adibito attualmente a museo. Il complesso è costituito dalla chiesa ottocentesca, dai ruderi di una chiesa del 1552, da alcune tombe e dalla cripta di San Fantino, luogo di culto cristiano più antico della Calabria.
Testimonianze dell'epoca medievale sono anche le Grotte di Pignarelle, vicino al rione Impiombato, che formano un insediamento rupestre di origine monastica bizantina, realizzato dagli stessi monaci tra l'VI secolo e l'VIII secolo, scavando nell'arenaria. Il complesso è formato da alcune grotte, delle quali la maggiore risulta avere una forma di basilica a tre navate con corridoi laterali che formano un incrocio a forma di croce greca, ed alcuni cunicoli.
Dello stesso periodo, databile quindi all'età imperiale,è anche la Necropoli di Scinà, composta da 64 tombe con corredi funerari aventi datazione del II secolo-III secolo e di epoca tardo antica o alto medievale. Nella necropoli furono rinvenuti oggetti ceramici e monete bronzee.
Testimonianza dell'età preistorica è invece la Grotta della Pietrosa, cavità formata da un unico grande ambiente ipogeo nel quale risulta una frequentazione umana fin dall'Età del Bronzo e del periodo elladico, come dimostrato dalle ceramiche in essa rinvenute.
Aree naturali
- Parchi e giardini
La principale area naturale è la Villa comunale Giuseppe Mazzini, parco pubblico del centro storico realizzato nel XIX secolo e rientrante nell'elenco dei Monumenti nazionali. A conferma di ciò, nel 1927, fu emanato un decreto di vincolo per le «scene panoramiche che da quel luogo si godono». All'interno la villa, dalla cui balconata sono ammirabili il mar Tirreno, lo Stretto di Messina, le Isole Eolie, Bagnara Calabra e Scilla, è composta da alberature di alto fusto, da vialetti in sampietrini, da una piccola fontana e da alcuni busti monumentali in marmo.
Altre aree naturali sono il "Parco della Civiltà Contadina", realizzato ad inizio anni novanta nel rione San Giorgio con l'installazione di numerose palme per una superficie di 14.000 m², ed il "Parco Luigi Parpagliolo", nel centro storico e ristrutturato ed arredato nel 2012 con bar, campi da gioco ed alberature.
Sentieri ed escursionismo
«Palmi ha un Dio dalla sua, il Monte Sant'Elia dalla cui cima folta di pini si gode uno dei panorami più affascinanti del mondo»
(Leonida Repaci)
La città di Palmi è meta privilegiata di escursionismo o trekking. Nel territorio vi sono alcuni percorsi, sul Monte Sant'Elia e sulle falesie che degradano verso piccole spiagge. I percorsi del Sant'Elia, effettuati dagli escursionisti, sono principalmente due. Uno alle pendici della montagna, il "sentiero del Tracciolino", ed uno sulla cima della stessa.
Il "sentiero del Tracciolino", il cui percorso è posto a mezza costa lungo il fianco nord-est del monte, è inserito all'interno dei percorsi naturalistici della Calabria, e costituisce col suo itinerario a picco sul mare della Costa Viola, un richiamo per i turisti.
Altri sentieri della città sono: il "sentiero di Rovaglioso", che conduce dal terrazzamento di Palmi Scalo fino alla piccola spiaggia di Rovaglioso, superando il dislivello tra le due zone tramite una serie di tornanti con pavimentazione in pietre e sterrato, immersi tra gli uliveti e le piante di fichi d'India; la "via del sale", antico sentiero che conduceva dalla Marina di Palmi al rione Cittadella, con percorso di interesse naturalistico e storico immerso tra gli olivi, che consente di poter attraversare la "valle degli opifici" dove vi sono resti di antichi opifici dei secoli passati. Tra questi vi è un opificio del 1599, il più antico della Calabria.
Può essere invece considerato un "sentiero marino" il tratto di costa tra Palmi e Bagnara Calabra, raggiungibile solo via mare e meta di gite in barca. I paesaggi mostrano ancora la suggestione di quando furono descritti da Omero.
Religione
La religione più diffusa è quella cattolica di rito romano. Con tale confessione risulterebbe battezzato circa il 96% della popolazione. Il comune fa parte della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, della quale ospita gli uffici di curia diocesana e la sede legale, e dell'omonimo vicariato. Il territorio comunale è attualmente suddiviso in cinque parrocchie: Maria Santissima del Rosario, Maria Santissima del Soccorso, San Fantino, San Nicola vescovo e Santa Famiglia.
Lo Statuto comunale riconosce San Nicola di Bari quale patrono della città «a salvaguardia delle radici cristiane della propria comunità». Inoltre, un decreto della "Sacra Congregazione dei Riti" del 12 settembre 1733 elesse Maria Santissima della Sacra Lettera quale patrona della città e la devozione popolare, nel corso dei secoli, ha elevato San Rocco al titolo di compatrono e protettore.
La radicata cultura cattolica cittadina è testimoniata anche dalla presenza secolare di quattro confraternite laiche dedicate alla Madonna del Rosario di Pompei e della Sacra Lettera alla Madonna del Carmine, all'Immacolata Concezione e San Roccoed al Santissimo Sacramento e Madonna del Soccorso,e di alcuni conventi religiosi maschili (Ordine dei Frati Minori Conventuali, Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo, Piccoli fratelli di Gesù) e femminili (Suore Missionarie del Catechismo, Ancelle riparatrici del Sacro Cuore di Gesù, Suore Salesiane dei Sacri Cuori).
Inoltre, prima della fondazione di Palmi, nell'area dell'antica Tauriana, già sede vescovile, e sul monte Aulinas, sono nati o hanno vissuto personalità venerate quali santi dalla chiesa cattolica. Queste figure sono san Fantino il Vecchio, san Fantino il Giovane, sant'Elia lo Juniore e san Filarete.
Tradizioni e folclore
Sono numerose le antiche tradizioni che si conservano e si tramandano a Palmi nei secoli.
Tra queste vi sono la Varia di Palmi (inserita nella lista del patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO), la festa di San Rocco con il "corteo degli spinati", le processioni a mare per la Madonna dell'Alto Mare, con i cavalli per San Fantino o per antichi sentieri montani per Sant'Elia.
La Varia di Palmi è un enorme carro sacro che rappresenta l'universo e l'assunzione in cielo della Vergine Maria. Sopra il carro, avente un'altezza di 16 metri e trasportato a spalla da 200 portatori (mbuttaturi), trovano posto figuranti umani che rappresentano la Madonna (chiamata "Animella"), il Padreterno, gli Apostoli e gli angeli.
Altri momenti importanti di fede e tradizione dell'evento sono la processione del quadro di Maria Santissima della Lettera e del reliquiario del Sacro Capello e l'elezione popolare dell'Animella.
L'edizione del 2013, anno nel quale l'evento è stato iscritto tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità UNESCO, ha visto la partecipazione di circa 180.000 spettatori.
Sono molte anche le tradizioni che riguardano la festa di San Rocco. La principale è il "corteo degli Spinati" formato da fedeli che, per tutta la processione della statua del santo, per ex voto vestono a torso nudo una cappa di spine (chiamata Spalas) oppure una corona, sempre di spine, a ricordo di quella "indossata" da Gesù sulla Croce.Un'altra forma di ex voto consiste nella deposizione, ai piedi della statua, di cere raffiguranti organi e parti del corpo umano che testimoniano gravi malattie superate oppure operazioni chirurgiche subite. Caratterizzano la processione di San Rocco anche la lunghezza del percorso (oltre 7 km), la durata (circa quattro ore e mezza) e l'elevato numero di fedeli che partecipa alla stessa, circa 20.000.
Di seguito viene proposto l'elenco completo delle festività religiose secolari svolte nel centro cittadino:
Festa del Santissimo Crocifisso (XVII secolo),il 3 maggio;
Festa di Sant'Antonio di Padova (XIX secolo),13 giugno;
Festa di Maria Santissima del Carmelo (XVII secolo), il 16 luglio;
- Festa di Maria Santissima del Soccorso (XVI secolo), il 5 agosto;
- Festa di San Rocco e "corteo degli spinati" (XVI secolo), il 16 agosto;
- Festa di Maria Santissima della Lettera e della Varia di Palmi (XVI secolo), l'ultima domenica di agosto, a cadenza pluriennale;
- Festa di San Nicola, il 6 dicembre;
- Festa di Maria Santissima Immacolata (XVII secolo), l'8 dicembre.
Nelle frazioni invece sono celebrate le seguenti festività religiose:
- Festa di Sant'Elia (XIX secolo), il 20 luglio sull'omonimo monte;
- Festa di san Fantino (VI secolo, ma ripristinata nel XXI secolo), il 24 luglio a Taureana di Palmi con processione a cavallo con cavalieri in costumi d'epoca;
- Festa di Maria Santissima dell'Alto Mare (VI secolo),l'ultima domenica di luglio a Taureana di Palmi, con trasporto a mare dell'effigie della Vergine da Pietrenere fino allo Scoglio dell'Ulivo;
- Festa di Maria Santissima della Montagna (XX secolo), il 2 settembre sul Monte Sant'Elia.
Musei
Il museo principale cittadino è il complesso della Casa della cultura "Leonida Repaci". La sua costruzione iniziò nel 1968, per volontà del Comune di Palmi e del Ministero dei lavori pubblici. L'edificio, inaugurato il 17 gennaio 1982, ha una superficie di oltre 2.000 m² ed al suo interno ospita, oltre alla Biblioteca comunale e all'Archivio di Stato, le seguenti sezioni:
- Pinacoteca Leonida ed Albertina Repaci, che ospita di opere di maestri della pittura quali Édouard Manet, Tintoretto, Amedeo Modigliani, Giorgio De Chirico, Renato Guttuso ecc., donate dallo scrittore Leonida Repaci e dalla moglie Albertina alla città. La collezione è una delle più importanti pinacoteche d'arte moderna e contemporanea dell'Italia Meridionale;
- Museo di etnografia e folclore Raffaele Corso, che raccoglie oggetti della quotidianità, della fede e del folclore popolare calabresee, nel suo genere, è il più importante del sud Italia;
- Museo musicale Francesco Cilea e Nicola Antonio Manfroce, che raccoglie numerosi documenti dei due compositori (spartiti, manoscritti, schizzi e bozzetti), cimeli di Vincenzo Bellini, ritratti di Gioachino Rossini e Wolfgang Amadeus Mozart, fotografie con dediche di Giacomo Puccini e Arturo Toscanini;
- Antiquarium Nicola De Rosa, contenente materiali provenienti dall'antica Tauriana ed oggetti ritrovati sui fondali del mare lungo la Costa Viola, tra i quali capitelli, urne, ancore, monete, statuette in marmo, anfore ed un busto dell'imperatore Adriano;
- Gipsoteca Michele Guerrisi, che accoglie i calchi in gesso delle opere dello scultore Michele Guerrisi e diversi acquerelli dello stesso, offerti dalla moglie. Inoltre nella gipsoteca si possono osservare sculture di Francesco Jerace e Alessandro Monteleone.
Arte
Dell'arte cittadina dei secoli passati poco o nulla rimane attualmente, in quanto i vari terremoti che si sono susseguiti nel corso del tempo hanno sempre distrutto ogni forma architettonica ed artistica. Pertanto le uniche opere di valore artistico del passato, arrivate ai nostri giorni, sono alcune statue religiose custodite nelle chiese e sottratte alle macerie, in quanto venerate anche allora dalla popolazione locale. Tra queste, l'opera principale è senza dubbio un pregevole Crocifisso ligneo del XVII secolo, custodito nell'omonima chiesa e realizzato probabilmente da fra' Umile da Petralia. L'opera è segnalata nell'Inventario degli Oggetti d'Arte d'Italia di Alfonso Frangipane. Del XVIII secolo sono invece le statue della Madonna del Soccorso e della Madonna del Carmine, realizzate dal De Lorenzo e custodite nelle omonime chiese. Sempre del settecento è anche un dipinto, con manta argentata, della Madonna della Sacra Lettera che è collocato nella Concattedrale. Invece al XVII secolo è databile la statua di san Rocco, anche se l'autore a tutt'oggi è ignoto.
L'importanza storica di Palmi nel campo artistico è testimonianza, nel XIX secolo, da una scuola comunale di disegno attiva già nel 1888 dal pittore Domenico Augimeri, che realizzò molte opere d'arte custodite in vari luoghi della Calabria, tra cui Catanzaro, Cittanova e Reggio Calabria. A Palmi è custodito il suo quadro raffigurante san Giuseppe con Bambino. La conferma dell'importanza rivestita dalla città nel campo artistico fu confermata nel XX secolo dall'artista Michele Guerrisi, che ebbe a Palmi la sua formazione artistica e realizzò alcuni dei più importanti monumenti cittadini,e dall'istituzione di un liceo artistico, di una gipsoteca e di una pinacoteca.
Cucina
La gastronomia di Palmi affonda le sue radici nella tradizione mediterranea, ma offre anche note speziate e agrodolci tipiche della cucina spagnola. Tra i primi piatti tipici vi sono la pasta china, timballo di pasta cotto al forno e condito con uova, salame, ragù e pomodoro e la stroncatura, pasta costituita da grano duro e farine integrali. Quest'ultima può essere cucinata «alla parmisana», cioè cotta in padella con aglio, alici, peperoncino piccante, pangrattato ed olio extravergine d'oliva, o accompagnata con le sarde, pescespada o seppia.
La stroncatura è stata scelta per rappresentare Palmi e la Calabria al padiglione Rai di Expo 2015.
Tra i secondi piatti vi sono lo stoccafisso preparato con svariate ricette tipiche, la parmigiana di melanzane o di zucchine, la tortiera di alici ed il pesce spada. Quest'ultimo può essere cucinato «alla ghiotta», e cioè farcito con mollica, capperi, olive, pepe nero e poi cotto a vapore o condito con salse differenti, oppure cucinato «in salmoriglio», e cioè grigliato e condito con il salmoriglio che è una salsetta di origine spagnola a base di olio, limone, aglio, sale, pepe nero, prezzemolo e origano.
Tra i biscotti tipici locali vi è lo 'nzuddu, preparato con latte, miele e mandorle e venduto nelle bancarelle della fiera di San Rocco. Tra i dolci vi sono le zeppole nel periodo natalizio, la pignolata e le nacatole per il carnevale ed i cuddhureddi per la festa di Pasqua.
I cuddhureddi sono dolci realizzati da farina di grano e zucchero, con la peculiarità di avere inserite delle uova sode (in numero dispari) quali «segno della rinascita».
Turismo
Palmi è una delle principali mete turistiche della città metropolitana di Reggio Calabria e della Calabria.
La spiaggia di Rovaglioso ha ottenuto, nel 2013, il riconoscimento da parte di Legambiente quale spiaggia più bella della Calabria e tra le prime 17 spiagge d'Italia.
Invece le spiagge del Lido di Palmi, per bellezza del mare e qualità dei servizi balneari è da molti anni una meta turistica rinomata, ottenendo nel 2014 l'assegnazione di 3 "vele" della Guida Blu, sempre di Legambiente, ponendo la città al secondo posto con Tropea in tutta la costa tirrenica meridionale della Calabria. e nel 2020 per la quarta volta consecutiva la Bandiera Verde delle spiagge
foto sotto:
Il lungomare Tonnara di Palmi e il porto turistico.
fonte : https://it.wikipedia.org/wiki/Palmi
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