Area archeologica di Capo Colonna: l'antica “Lakinion akron”
L'area archeologica di Capo Colonna,noto nell’antichità come “Lakinion akron”è un sito archeologico statale situato in località Capo Colonna, vicino Crotone, raggiungibile tramite una strada costiera dal capoluogo. È inclusa nella lista dei monumenti nazionali.
A Capo Colonna sorgeva una tra le aree sacre più importanti dell'intero bacino Mediterraneo: il santuario dedicato a Hera Lacinia, moglie e sorella di Zeus.
Crotone, antica e potente colonia achea del VI sec. a.C, è stata sede della scuola filosofica pitagorica, della scuola medica - considerata la migliore del mondo antico.
I reperti rinvenuti nell'area di scavo sono custoditi, in parte, nel Museo Archeologico Nazionale di Crotone. In particolare si segnalano i reperti di età arcaica e il prezioso Tesoro di Hera Lacinia. Del santuario sono esposti oggetti votivi, frammenti di decorazioni architettoniche in marmo e terracotta, e frammenti di sculture, tutti risalenti all'età arcaica; il cippo iscritto che ricorda l'appartenenza del santuario ad Hera Eleytheria; il gruppo scultoreo d'età romana di Eros e Psyche rinvenuto in mare a Capo Colonna.
Fuori dal santuario ci sono poi diversi ambienti domestici, probabilmente gli alloggi dei sacerdoti, una villa romana e un balneum termale, entrambi risalenti al III secolo d.C.
La grande quantità di reperti rinvenuti sono divisi tra i diversi musei della città di Crotone. I più recenti nel già citato nuovo Museo Archeologico di Capo Colonna, mentre qualcosa risalente all’epoca precoloniale è esposta nell’Antiquarium di Torre Nao, sempre all’interno del Parco Archeologico.
Storia
Il santuario di Hera Lacinia di Capo Colonna, dipendente dalla città di Crotone antica, fu uno dei santuari più importanti della Magna Grecia dall'età arcaica fino al IV secolo a.C., finché cioè fu sede della lega Italiota prima che si trasferisse a Taranto.
Il sito del santuario era in una posizione strategica lungo le rotte costiere che univano Taranto allo stretto di Messina, su un promontorio chiamato anticamente Lacinion, che diede anche l'epiteto alla dea venerata, Hera Lacinia. Il nome odierno invece ricorda le rovine del tempio (con l'ultima "colonna" in piedi), mentre il nome usato fino all'epoca moderna, "Capo Nao", altro non è che una contrazione del greco naos, che significa appunto tempio.
Il santuario era stato edificato alla fine del VI secolo a.C. ed era anche chiamato di Hera Eleytheria, come resta testimoniato da un'iscrizione sul cippo del Lacinion, al Museo archeologico nazionale di Crotone.
Tra il XVI ed il XIX secolo fu quasi completamente saccheggiato per riutilizzare i materiali da costruzione, prima del Castello di Carlo V e delle mura difensive della Città, e poi per la costruzione del Porto.
Descrizione
Il complesso era composto da più edifici, dei quali sono oggi visibili alcuni resti. Il tempio vero e proprio, di ordine dorico, con sei colonne sulla facciata (esastilo), era proteso verso il mare e aveva la classica forma dei templi greci: un imponente complesso di quarantotto colonne[senza fonte] in stile dorico alte oltre 8 metri e costituite da otto rocchi scanalati. Il tetto era di lastre di marmo e tegole in marmo pario. Nulla si sa delle decorazioni che, però, erano certo presenti, come si può dedurre dal ritrovamento di una testa femminile in marmo della Grecia e pochi altri frammenti. La colonna, in stile dorico, fino al 1638 era affiancata da un'altra caduta per un terremoto e poggia sui pochi resti del possente stilobate.
Nelle adiacenze è tracciata una "Via Sacra" di una sessantina di metri e larga oltre 8 metri.
- Al complesso del tempio appartengono anche almeno tre altri edifici chiamati "Edificio B", "Edificio H", "Edificio K":
- l'Edificio B, che presenta una pianta rettangolare, è ritenuto poter essere il tempio originario. Questa tesi è sostenuta dal ritrovamento di reperti che sarebbero datati già dall'VIII secolo a.C.;
- l'Edificio H, di pianta quadrata, chiamato anche Hestiatorion, è suddiviso in vari locali. Il ritrovamento di suppellettili tipiche dei locali dedicati ai pasti può far dedurre che si trattasse dell'edificio-mensa e ristoro dei viaggiatori oltre che dei sacerdoti. In ogni caso la datazione di questo "Edificio H" viene posta al IV secolo a.C. quando il tempio già aveva assunto grande celebrità.
- l'Edificio K, o Katagogion, risale anch'esso al IV secolo a.C., presenta una pianta a "elle" e ne rimangono solo i basamenti. Si presume trattarsi di un loggiato di colonne, sempre in stile dorico, che univa una serie di locali e un cortile. Probabilmente era la foresteria dove potevano trovare alloggio importanti visitatori, mentre i loro accompagnatori si dovevano accontentare di costruzioni molto meno raffinate e resistenti.
Gli scavi hanno riscoperto una parte delle decorazioni architettoniche originali, in marmo greco e databili a una fase di costruzione del V secolo a.C., che oggi si trovano a Crotone. Nel capoluogo si trovano anche i resti della copertura in marmo pario, successiva alla vittoria di Crotone su Sibari, e delle offerte votive, spesso con iscrizioni.
Nella parte settentrionale dell'area archeologica sono presenti parti di un insediamento di epoca romana, identificato con la colonia di Croto, dedotta nel 194 a.C., e numerosi altri fabbricati, tra cui tre ville baronali settecentesche, una piccola chiesa intitolata alla Madonna di Capo Colonna, con un ampio sagrato, su cui si affaccia la Torre Nao, fortificazione del XVI secolo.
contatti
TELEFONO: +39 0962934814
MAIL: pm-cal.capocolonna@beniculturali.it
Diadema aureo di Hera Lacinia, rinvenuto nel Parco Archeologico di Capo Colonna e custodito oggi nel Museo Archeologico di Crotone.