BORGHI DI CALABRIA: ROCCA IMPERALE
A 4 km circa dal mare Jonio, posizionata su un colle, da cui si leva alto un imponente castello che padroneggia l’abitato circostante, Rocca Imperiale conserva l’aspetto di un borgo medievale e offre un suggestivo panorama
costiero della antica pianura Siritide.
La posizione geografica tra il parco nazionale del Pollino, la piana di Sibari e l'area del Metapontino, costituiscono per Rocca Imperiale un richiamo turistico fra gli itinerari della regione Calabria.
STORIA
Il nucleo abitato nacque intorno al duecento per volere di Federico II di Svevia il quale ordinò la costruzione di un castello su una roccia,da cui deriva il nome Rocca. La cittadina appartenne successivamente allo stato di Oriolo, ai principi diSalerno, ai Carafa, ai Raimondi e infine ai Crivelli.
DA VEDERE
• Chiesa Matrice di Santa MariaAssunta:
la prua rivolta verso Sud, le grigie fiancate protette da torri simmetriche.Risulta costituito da un mastio poligonale a scarpa i cui latipiù brevi, a Sud, si innalzano su unprofondo burrone. Il presidio del castello fu costituito, fino all'invenzione della polvere da sparo, da arcieri e balestrieri, che si appostavano in combattimento dietro le feritoie e i merli. Due moschetti a miccia anteriore, del ‘400, furono rinvenuti in una cisterna del vecchio maniero. Durante la dominazione borbonica le cortine del forte erano protette da 25 pezzi di artiglieria i quali furono tolti dopo il 1861. Uno fu dimenticato e oggi regge la mensola di un terrazzino.Il MonasteroNel Registrum Ballarum, al numero XIII, troviamo il "diploma" con cui i Frati Minori Francescani dell'Osservanza Regolare della provincia di Basilicata furono autorizzati a costruire in Rocca Imperiale un Monasterium seu Conventum…cum Dormitorio, Refectorio, Officinis, Campana, Campanili, aliusque ad id necessariis (27 giugno 1562). È questa la data in cui fu autorizzata la costruzione del convento; avuta dunque l'autorizzazione, si ritiene che i frati si siano dati subito da fare e abbiano messo mano senza indugi alla fabbrica.
Comprende il Museo delle Cere, la Biblioteca comunale e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie o di Sant’Antonio da Padova
La Chiesa di Sant’Antonio:
costruita nel XVI secolo con cupola bizantina;all’interno si trova una statualignea del XVI secolo raffigurante la Madonna con Bambino, di arte napoletanadel ’500.
Museo delle Cere : Visitabile tutti i giorni a Rocca Imperiale e numerose iniziative di carattere artistico culturaIe come esposizioni d'arte, rappresentazioni teatrali, mostre cinematografiche nonché eventi musicali e folkloristici.Il Museo conserva ed espone i corpi in cera di personaggi storici realizzati a grandezza naturale con abiti d'epoca, occhi di cristallo e capelli veri regalando al visitatore un atmosfera suggestiva e surreale
Il Museo si connette dunque al circuito dei castelli federiciani, in cui è ovviamente coinvolta Rocca Imperiale con il suo possente maniero svevo-aragonese, e costituisce una tappa obbligata per il visitatore e l’abitante di questa provincia proprio per l’unicità e la minuzia dei reperti che espone, frutto di un sapiente lavoro manuale e scientifico di ricostruzione dei personaggi e di ritrovamento degli oggetti e dei fossili marini.
Al suo interno troviamo anche il:
Museo Scientifico del Mare
Museo Mineralogico
Museo del Sapone
Museo Mitologico
Museo Medievale
Museo Araldico
Museo Misto
in alto: museo delle cere
in alto(da sinistra a destra): Chiesa di San'Antonio, Chiesa Matrice di Santa Assunta, Santuario di S.S. Maria della Nova
in alto(da sinistra a destra): castello Svevo, limoni di Rocca Imperiale, panorama di Rocca Imperiale
EVENTI
- Madonna della Nova: si festeggia l’1 e il 2 luglio. Secondo la tradizione la cappella/il santuario delle Cesine, sotto il titolo di Santa Maria della Nova (attualmente inclusa tra i santuari designati dall'autorità ecclesiastica nei quali è possibile lucrare le indulgenze giubilari), è stata edificata per volontà di un principe pellegrino che dopo essere naufragato sulle nostre coste, si ritirò sull'altura antistante l'approdo a farvi penitenza di ringraziamento. Si racconta che il ritratto del principe figurasse sulle pareti della vecchia chiesetta, ma questa immagine è sparita nel corso dei secoli, com'è svanita l'immagine della Madonna s cui il principe si era rivolto. Il dipinto della Visitazione che si venera ora, infatti, non è quello originario, né è originario il tempio che subì almeno tre trasformazioni.
L'episodio citato dovette accadere non prima del 1400, infatti l'istituzione della festa liturgica della Visitazione risale al 1389 per decreto di Papa Urbano VI, promulgato dal successore Bonifacio IX. Il Giubileo, che suscitò intenso fervore di pellegrinaggi, fu indetto nei primi anni del XV secolo, per cui il naufragio potrebbe essere avvenuto in quell'epoca. Nulla sappiamo circa la celebrazione delle feste dell'epoca, ma si può ritenere per certo che la solennità del 2 luglio divenne patronale subito dopo l'incursione turca del 1644.
Il 29 giugno di quell'anno, comparve una grande flotta turca, forte di 50 galee; sbarcati sulla spiaggia da due a tremila armati, gli invasori circondarono le mura della cittadina mentre gli abitanti dormivano. Questi, svegliati di soprassalto e ritenendo impossibile ogni difesa, si rifugiarono nel castello. Durante l'assedio, i turchi non riuscirono a impadronirsi della roccaforte, diedero fuoco a molti edifici tra cui la Chiesa Madre di cui rimase indistrutto il campanile. In questa circostanza il popolo, raccolto nel castello, dal quale si scorgeva di lontano la chiesetta della Nova, fece voto di solennizzare in perpetuo la data se fosse stato liberato dal pericolo e se avesse subito il danno minimo. E la grazia, venuta il giorno successivo, fu ritenuta dagli scampati come un segno della protezione divina, di cui bisognava mantenere sempre vivi la riconoscenza e il ricordo attraverso le generazioni future. In seguito, per la fiducia riposta nella Madre di Dio, sorse l'uso di andare a rilevare la sacra effigie la domenica in albis per riportarla in sede con pompa il 2 luglio.
• La giornata dell’emigrante: si festeggia nella prima domenica di agosto in contrada Cesine, per il ritorno degli emigranti.
PRODOTTI DEL BORGO
Il borgo è noto per la produzionedella cosiddetta uva regina e per i succosiagrumi, come il noto nustranu,limone di colore giallo di forma allungata.
Il limone di Rocca Imperiale è la varietà di limoni più nota della Calabria Conosciuto come limone rifiorente, poiché fiorisce almeno 4 volte all'anno producendo frutti per ogni fioritura.Le particolarità pedoclimatiche del territorio hanno favorito la coltivazione di questa varietà di limone.
ei primi anni del 2000, si è costituito il “Consorzio di Tutela e Valorizzazione del Limone di Rocca Imperiale e dell’Alto Ionio Cosentino” che poi è diventato “Consorzio di Valorizzazione del Limone di Rocca Imperiale” allo scopo di far conoscere questo prodotto, valorizzarlo e tutelarlo.
Il prodotto “Limone di Rocca Imperiale” è stato inserito nell’elenco dei prodotti tradizionali della Regione Calabria.
I diversi Consigli di Amministrazione del Consorzio, che si sono succeduti nel tempo, hanno lavorato affinchè si arrivasse ad intraprendere la strada per il riconoscimento IGP del “Limone di Rocca Imperiale”, riconoscimento che è stato ottenuto in via definitiva nel 2011.
Fiorente è anche la coltivazionedelle pesche e la produzione olearia.
PIATTI DEL BORGO
Si predilige il consumo del pesce,in particolare i gamberi e le seppie(fritti e arrostite) e il bianchetto salato.
Tradizionale è la maiatica, piatto a base di peperoni secchi. Come dolce tipico la pitta duce, ovvero il pan di Spagna. Ancora presente è l’antico rito dell’uccisione del maiale e quindi del relativo consumo della sua
carne.
Vediamo alcune ricette:
- Frizzuli con la mollica
I frizzuli con la mollica ed il sugo con salsiccia fresca sono il primo piatto che meglio rappresenta le tradizioni culinarie di Rocca Imperiale. I frizzuli sono un tipo di pasta lunga di grano duro rigorosamente fatta con un ferro a sezione quadrata ed essiccata al sole; il sugo, più rosso grazie alla polvere di peperone utilizzata nelle preparazione della salsiccia, è un trionfo di sapori ed aromi che sposano perfettamente la croccantezza della mollica, ripassata in padella e leggermente piccante.
- Laganelli con ceci
I laganelli (dal greco antico làganon, λάγανον) sono un tipo di pasta tipico utilizzato maggiormente a Rocca Imperiale per festeggiamenti in onore di San Giuseppe.
I laganelli si ottengono partendo da un impasto di farina di grano duro. Questo viene successivamente assottigliato per mezzo di un matterello (laganaturo) e la sfoglia ottenuta viene fatta leggermente asciugare e successivamente è arrotolata su se stessa quindi tagliata con un coltello in strisce sottili che vengono lasciate essiccare al sole. Il risultato sono dei tagliolini con dimensioni incostanti che vengono cotti e serviti con un sugo a base di ceci e un po’ di pomodoro.
- Crispi e le majatiche
I crispi, diffusi in tutta l’area dell’Alto Jonio Cosentino, sono delle frittelle di pasta lievitata che, strappate direttamente dall’impasto, vengono modellate ad anello e fritte in olio extra vergine d'oliva, al termine della frittura, asciugati dall’olio in eccesso, i crispi, dorati, croccanti fuori e morbidi dentro, sono un piatto da utilizzare durante tutti i pasti della giornata. Durante una visita a Rocca Imperiale non è difficile trovare le majatiche che a differenza dei crispi hanno la classica forma di una frittella e presentano un saporitissimo cuore al peperone secco.
- La salsiccia
La ricetta tradizionale della salsiccia di Rocca Imperiale con il macinato di carne di maiale nostrano, il budello naturale, l’uso di peperone dolce e piccante, di coriandolo e di sale racchiude in se gli aromi caratteristici della nostra terra. Utilizzata sia secca negli antipasti che fresca nei primi e secondi piatti trova sempre un posto nella tavola dei Rocchesi.
- La polvere di peperoni e i peperoni cruschi
Tipici di tutta l’area che dalla costa sale su fino alla vetta del monte Pollino, i peperoni cruschi nella loro semplicità sono uno dei piatti che attraverso il profumo, il colore, il gusto e la croccantezza catapultano l’assaggiatore in una esperienza sensoriale senza pari. Dopo la raccolta i peperoni, cuciti in grappoli, vengono essiccati a tutto sole contribuendo ad arricchire di colore il borgo medioevale. A questo punto, se non trasformati nella famosa polvere di peperone (paprika), subiscono un rapido passaggio in olio bollente e una volta freddi e salati sono pronti al consumo diretto. Sono chiamati “cruschi” poichè croccanti e si accompagnano molto bene a formaggi, verdure a foglia e pesce.
- Nduss (Olive schiacciate speziate e conservate in acqua e sale)
- Scapecia (Melanzane tagliate a strisce sottili, speziate e conservate sott'olio)
- Ghiommarill (Interiora di capretto o agnello con pepe, sale ,origano e prezzemolo fatti ad involtino)
- Bambata (Focaccia al forno tradizionale con peperoni e pomodoro)
- Ptticill con la ricotta (Panzerotti cotti al forno con ripieno di ricotta)
- Ptticill con gli spinaci (Panzerotti cotti al forno con ripieno di spinaci)
- Incasatill (Panzerotti fritti con ripieno di ceci cotti e conditi con varie spezie)
- Pastizz (Panzerotto cotto al forno con ripieno di uova sode, salsiccia, pancetta e formaggio)
- Muffit (Sfogliata con ciccioli di maiale)
ROCCA IMPERIALE: IL PAESE DEL CINEMA
Rocca Imperiale è stata scelta tra decine di location per la realizzazione di una pellicola del Regista Pupi Avati, le nozze di Laura, il racconto attualizzato dell’episodio evangelico delle Nozze di Cana.
Con Le nozze di Laura Avati presenta la storia di Laura, una ragazza calabrese, proveniente dalla cittadina di Rocca Imperiale, che si trasferisce a Roma per studiare. Una sera decide di festeggiare il proprio compleanno e conosce così un uomo romano di mezza età, con cui trascorre la notte. Pochi giorni dopo, Laura scopre di essere incinta. Si avvia così alla ricerca dell'uomo con cui ha trascorso quella notte, ma invano.
Fa ritorno alla cittadina natale, decisa a non raccontare la verità ai propri genitori. Suo padre, considerato che lei si ritrova inoccupata, le propone di lavorare nell'azienda di famiglia. Lei accetta e conosce così la realtà del lavoro manuale, fa amicizia con altri operai e incontra un ragazzo africano di nome Karimu, di cui si innamora. Lui ricambia il sentimento, i due si frequentano e decidono di sposarsi. Ma la famiglia di lei è contraria a questo matrimonio, per via delle differenze culturali e i pregiudizi xenofobi. Lei rivela di essere incinta e quindi decisa a sposarsi al più presto, ma i suoi genitori non accettano di buon grado la notizia: suo padre si spaventa al punto da star male. In ospedale, egli chiama a sé un amico e gli ordina di licenziare Karimu e di screditarlo affinché non possa trovare altro lavoro in zona.
I giovani sono però decisi a sposarsi lo stesso, organizzano la cerimonia affrontando la diffidenza dei concittadini che li evitano e parlano male di loro. Un cugino di Laura decide di rivelare il segreto della gravidanza a Karimu, pensando di fare la cosa giusta. Ma lui si sente tradito e non si fa più sentire. Il cugino di Laura ed una loro zia improvvisano un banchetto nuziale notturno per strada, invitando i passanti, sostenendo di poter così incoraggiare l'avvenimento di un miracolo. Laura è presente ma sfiduciata. Alla fine Karimu si presenta al banchetto e il matrimonio viene celebrato.
Un film forte e pieno di significati allegorici densi ma anchem come tutte le grandi opere, fortemente criticato.
90 minuti in cui Rocca Imperiale, con i suoi luoghi i suoi panorami, è entrata negli occhi e nel cuore di 4 milioni 284 mila spettatori e uno share del 17.48%, superando anche i confini della nostra Italia, partecipando alla quinta edizione dell’Italian Contemporary Film Festival (ICFF) "Toronto dal 9 al 17 giugno 2016".
DORMIRE A ROCCA IMPERIALE
MANGIARE A ROCCA IMPERIALE: I MIGLIORI 5
1. Pizzeria L' Impero
2. Experience Cafè
3. Ristorante Villhour
4. Trattoria dei Poeti
4. Trattoria dei Poeti
5. I DUE SCOGLI