La Cattedrale di Maria Santissima di Romania
l 9 settembre a Tropea si celebrasolennemente la festa della Madonna di Romania.La leggenda narra che al tempo delle lotteiconoclaste l’icona, fu trafugata da marinai tropeani ad una imbarcazioneproveniente dall’Oriente-bizantino sospinta da una tempesta nel porto diTropea: per questo venne denominata Madonna della Romania.Riparate le avarie, il capitano cercò di ripartire ma lanave rimaneva ferma in rada. Nella stessa notte il Vescovo della città sognò laMadonna che gli chiedeva di rimanere a Tropea e diventarne la Protettrice. Ilsogno si ripeté per varie notti. Alla fine il Vescovo, convocati gli altifunzionari e i cittadini, si recò al porto a prendere il quadro della Madonna.Non appena il quadro fu portato a terra la nave ripartì. Successivamente laMadonna venne ancora in sogno ad un altro vescovo, avvertendolo di un terremotoche avrebbe devastato la Calabria.Oggi, due delle sei bombe inesplose sono conservateall’interno del duomo di Tropea, ai lati dell’ingresso della navata centrale, atestimonianza dello straordinario potere spirituale dell’antica patrona e diquel giorno in cui storia e fede si unirono indissolubilmente.
La Cattedraledi Maria Santissima di Romania venne edificata a Tropea tra la fine del XII el’inizio XIII secolo ad opera dei Normanni. Si tratta di un impianto a trenavate divise da pilastri ottagonali sormontati da archi a sesto acuto condoppia ghiera; tre absidi semicircolari concludono le navate. All’esternorisalta in maniera evidente la parete nord caratterizzata da un basamento nelquale trova posto una serie di archi sormontata da un ordine di finestre epseudo finestre caratterizzate da conci calcarei alternati a mattoni e conci dipietra lavica. La parete stessa è interrotta dall’ingresso settentrionaleevidenziato da un portale settecentesco in marmo nel quale trova posto unrilievo marmoreo riproducente l’icona della Beata Vergine Maria di Romania. Lafacciata principale è caratterizzata da un grande rosone del XVI secolo, dalportone dell’ingresso principale e da una piccola porta che immette nellanavata sinistra. In alto, nel portone più grande, è collocata una sculturamarmorea raffigurante la Madonna con il Bambino. Le absidi, interamentericostruite sulle fondazioni originarie, riprendono il partito decorativo delfianco settentrionale.Nellaprima cappella di destra troviamo alcune sepolture della famiglia Galluppi,risalenti al 1598 e al 1651, e la tomba del filosofo Pasquale Galluppi. Nellaseconda cappella è collocato un grande Crocifisso ligneo del XVI secolo.Andando avanti segue l’ingresso laterale meridionale e la tomba della famigliaGazzetta (1530). Da qui si accede alla sagrestia e alla sala capitolare cheospita i ritratti dei Vescovi della Diocesi e arredi lignei settecenteschi.Ritornando alla navata destra si prosegue e si giunge alla cappella del SSSacramento e di S. Domenico che ospita pregevoli altari in marmo policromi e decorazionidel 1740; lateralmente è l’altare di S. Domenico e di S. Francesco di Paola. Ipennacchi della volta e delle lunette ospitano tele di Giuseppe Grimaldiraffiguranti il martirio di Santa Domenica. Uscendo dalla cappella, in fondoall’abside della navata destra, vi sono l’organo e l’altare con la Madonna delPopolo, opera di Fra Agnolo Montorsoli,seguace del Buonarroti, scolpita nel1555.Sulla parete dell’abside maggiore è collocata l’icona della Beata VergineMaria di Romania, opera di scuola giottesca attribuita a Lippo Beninvieni (metàdel XIV). Il quadro di scuola giottesca, eseguito su tavola di cedro è statoritoccato più volte nel tempo, con l’aggiunta di quattro angioletti ai lati, ereso rettangolare nella parte superiore, originariamente circolare. La pietàpopolare le attribuisce numerosi miracoli che protessero la città da terremoti,pestilenze e dalla distruzione bellica. Nella navata maggiore troviamo ilpulpito settecentesco sotto il quale è collocato un bassorilievo dellaNatività, opera di Pietro Barbalonga (1598) facente parte, in origine, dellacappella Galzerano. Passando dalla navata sinistra, nell’abside troviamol’altare della Madonna della Libertàin marmo carrarese (statua del XVII) con unpregevole tabernacolo marmoreo di scuola toscana del XV secolo, commissionatodal Vescovo Pietro Balbo, di origine Toscane. Sull’uscita laterale verso ilnord, un bassorilievo raffigurante la Resurrezione, attribuito al Gagini (metàdel XVI secolo) e due tondi raffiguranti l’annunciazione, dello stesso periodo.