COSA VEDERE IN CALABRIA: LE GROTTE DI TREMUSA A MELIA DI SCILLA
Sulle alture di Melìa, tra i boschi di castagni, nel comune di Scilla a Reggio Calabria, a circa 600 metri di altitudine si trovano le Grotte di Tremusa. Questa area, di natura calcareo-conchiglifera, milioni di anni fa era immersa nel mare. Nel corso del tempo un sollevamento tettonico ha causato il riaffioramento di questi sedimenti, successivamente l’azione acidula delle acque sorgive e il calcio derivante dalle innumerevoli conchiglie presenti nel terreno, ha arricchito queste cavità di stallatiti e stalagmiti.
La cavità è citata dal Carbone Grio nel suo saggio dal titolo “Le caverne del Subappennino ed i resti fossili del glaciale in Calabria“, pur non avendola lui esplorata di persona.
La cavità è stata esplorata compiutamente per la prima volta da speleologi del
Gruppo Speleologico Bolognese del CAI e dell’Unione Speleologica Bolognese
nel 1984 (GARBERI, BELVEDERI 1984).
L’accesso si presenta a forma di emiciclo, con una serie di imbocchi tra loro molto ravvicinati che permettono di penetrare negli ambienti più interni. Originatasi In una arenaria pliocenica tenerissima, la grotta è formata fondamentalmente da due vani a sé stanti, posti l’uno a sinistra del citato emiciclo, l’altro a destra.
L’intero emiciclo mostra in alto una marcata frangia di tozze stalattiti, parzialmente celate da sviluppi di edera. In basso, invece, soprattutto all’imbocco del vano di destra, la caratteristica più evidente è una marcata presenza di colonnati arenacei massicci e irregolari. La loro presenza, del resto, è una peculiarità che connota la grotta nella sua interezza: essi infatti, presenti ovunque, rendono il percorso interno simile ad un vero e proprio labirinto.
Quando la cavità si è formata, l'azione erosiva delle acque che vi scorrevano all'interno ha risparmiato zone rocciose più tenaci, all'origine degli attuali colonnati. Questi successivamente, a causa del forte goccilamento lento e continuato,tutt'ora presente, si sono parzialmente rivestiti di colate calcitiche e, insieme a gruppi stalagmiti c qua e là sparsi al suolo, hanno dato origine al caratteristico ed attuale aspetto della cavità.
La progressione avviene per lo più a carponi, e presto i visitatori sono costretti a strisciare per raggiungere le gli approfondimenti più interni.
Ovunque e osservabile, su volta e pareti, la presenza di fossili di pecten.
La cavità fungeva un tempo da risorgente idrica ma oggi è largamente inattiva in quanto interrata nelle zone più interne; solo in occasione di forti piogge restituisce aggiorno parte delle acque assorbite dai terreni posti a quote più elevate punto una vera fauna troglossena è stata osservata in tutti gli ambienti sotterranei esplorati.
FOTO SOTTO:
- ENTRATA GROTTE DI TREMUSA
- VANO SINISTRO-GROTTE
FOTO SOTTO:
PANORAMICA GROTTE DI TREMUSA-PH ANTONIO ARICO