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IL BLOG DI CALABRIADREAMIN

Cosa Vedere In Calabria: Pizzo Calabro, la città del Gelato

2021-03-12 10:29

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Cosa Vedere In Calabria: Pizzo Calabro, la città del Gelato

Pizzo Calabro è un borgo pittoresco che vanta anche una storica tradizione gelatiera, tanto da essere conosciuto anche come la “città del gelato”.

Cosa Vedere In Calabria: Pizzo Calabro, la città del Gelato

 

Pizzo Calabro è un centro adagiato su uno sperone di tufo che scende a strapiombo sul Mar Tirreno al centro del Golfo di Sant'Eufemia.

Pizzo sembra una perla incastonata nella roccia, avvolta da

una reticolo di stradine e scalinate.

Il nome Pizzo ( = becco d'uccello, punto sporgente) si attaglia perfettamente al promontorio tufaceo che sporge sul mare, elevandosi dalla foce del fiume Angitola, fino alla spiaggia della Marina, dove fu collocato nel XV secolo anche il piccolo forte Aragonese, detto oggi Castello Murat, per i tragici eventi del 13 ottobre 1815.

 

Si tratta di un borgo pittoresco che vanta anche una storica tradizione gelatiera, tanto da essere conosciuto anche come la “città del gelato”.
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TERRITORIO

Il suo territorio comprende una costa frastagliata, contraddistinta da spiagge sabbiose in alcuni tratti e da scogli in altri. Sulla costa Nord Est, dalla pineta Mediterranea fino alla rocca si estendono quasi 9 km di ampie spiagge sabbiose. Al termine della contrada Marinella si alza la montagna di Vibo, che fa da cortina al territorio, che ha il suo confine con Maierato e Vibo Valentia in alto, sul crinale delle colline. Più a Sud, dove si innalza il masso tufaceo su cui nasce e si sviluppa Pizzo, la costa diventa rocciosa con numerose calette e zone ricche di scogli naturali, nonché diverse grotte, fra cui la Grotta Azzurra, riaperta negli ultimi anni, dopo vari interventi per la protezione dal moto ondoso.

 

Nella zona centrale c'è la spiaggia della Seggiola, piccolo fiordo al centro del masso tufaceo su cui è arroccato l'abitato su cui domina il Castello Aragonese eretto nella seconda metà del XV secolo da Ferdinando I d'Aragona e la Marina, graziosa località balneare nonché ritrovo notturno.

 

foto sotto:

  • castello aragonese
  • spiaggia della Seggiola
  • La Marina di Pizzo
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STORIA

Come per molte altre località calabresi, nei secoli scorsi è stata cercata una origine nell'antica Magna Grecia. Così oggi alcuni ripetono che Pizzo è stata fondata da Nepeto ai tempi dell'antica Grecia. Ma non c'è nessuna evidenza di ciò, anche se localmente qualcuno usa per motivi commerciali la dizione Napitia "napizia", e la voce "napitini per gli abitanti.

Questo borgo marinaro, di origine medievale,deve la sua attuale denominazione dal termine dialettale u pizzu (punta, ciglio) ad indicare il promontorio su cui sorge questo borgo suggestivo.

Ci sono notizie certe dell'esistenza di un forte e di un borgo solo a partire dal 1300, e dell'esistenza di una comunità di monaci Basiliani, mentre restano tracce nel territorio di un'antica attività di pesca, specialmente del tonno.

Con la dominazione angioina questo villaggio venne circondato da mura di cinta e furono costruiti due bastioni, uno dei quali venne poi inglobato nel Castello Murat costruito su una rocca a picco sul

mare dagli Aragonesi nel 1492. Ha un corpo quadrangolare e due torrioni cilindrici angolari. Al suo interno è custodito un residuo di una scultura di Antonio Canova (l'originale fu distrutta durante il passaggio di Giuseppe Garibaldi, ne è rimasta intatta solo una parte rappresentante un elmo). Si accedeva all'interno tramite un ponte levatoio costruito in mezzo a due torrioni, che è stato ora sostituito da un ponte tradizionale in pietra calcarea. Il castello è dedicato a Murat, che qui venne fucilato il 13 ottobre del 1815. All'interno dell'edificio vi sono alcune ricostruzioni storiche e testimonianze di quei tragici avvenimenti. Attualmente ospita il Museo e la Biblioteca Gioacchino Murat

 

Pizzo fece parte dello stato feudale di Mileto, successivamente passò nelle mani di numerose casate, come i Sanseverino e la casata spagnola di Diego Hurtado de Mendoza.

 

 

Nel castello Aragonese, fu tenuto prigioniero e in seguito, nell’ottobre del 1815, condannato a morte Gioacchino Murat, re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte. e le sue spoglie vennero gettate in una fossa comune nella locale Chiesa di San Giorgio. Nel 1861 questo centro divenne circondario marittimo con giurisdizione sulla vasta area che si estendeva da Scilla ad Amantea.

Oggi il castello aragonese di Pizzo viene denominato Castello Murat. All'interno del Castello c'è il museo provinciale murattiano.

 

La posizione privilegiata e il castello favorirono la crescita del borgo marinaro, anche per la fortunata attività di pesca del tonno. Per secoli, i tonni dominarono i mari raggiungendo a migliaia le spiagge del golfo di Sant'Eufemia; qui sorsero i famosi castelli di Bivona e di Pizzo. Proprio a fianco della Chiesa della Piedigrotta, nella spiaggia denominata Prangi, nella zona detta Centofontane, per l'esistenza ancora attuale di moltissime fonti di acqua dolce, il rais ed i suoi uomini collocavano, fino agli anni settanta la tonnara che veniva tenuta da cavi che partivano dalle rocce a terra, sotto l'attuale Chiesa di San Francesco di Paola. Nelle rocce a mare ci sono le tracce di questa attività. È crollato l'arco di pietra che teneva il cavo, ma si notano piscine, scale, scavi, vaschette, irrorati dalle fonti di acqua dolce, oggi poco copiose, dove probabilmente si lavavano i tonni. Nel mare appaiono sommersi oggi cinque lunghi moli perpendicolari, in località Prangi /CentoFontane / grotta del Bue.

 

Nella zona Piedigrotta /Prangi sono quasi crollate le grotte del Bue (si pensa che ci fosse ancora in epoca ottocentesca la foca monaca, detta bue marino da cui il none), e del Saraceno /Centofontane. La grotta del Saraceno, immensa, è oggi pericolante ed è oggetto di una tradizione secondo cui per anni fosse usata dai pirati saraceni e barbareschi, come deposito delle prede e delle persone catturate nelle incursioni nei paesi dell'interno. Ciò è possibile considerando che quella zona del litorale era rimasta spopolata per secoli proprio a causa dell'incessante azione banditesca di pirati di diversa origine, impegnati nella cattura di schiavi. Pizzo era famosa in epoca borbonica come località di arrivo della nave postale da Napoli, anche se non aveva un porto vero e proprio, e come posto di provenienza di pesci prelibati, in primis il tonno, fresco o sott'olio. I re Borboni spesso facevano richiesta di tonno ed altri pesci, per cui Pizzo andava famosa.

 

I Borboni fecero qualche intervento per Pizzo, e c'è traccia del viaggio del 1854 del Re Ferdinando II, che venne in Calabria con l'esercito napoletano in esercitazione armata, e con il figlio Francesco (da lui chiamato Ciccillo). Una notte il Re era rimasto impantanato alla foce del fiume Angitola, ed i Pizzitani gli offrirono ospitalità, in case signorili, ma il re volle accettare l'ospitalità del convento di San Francesco di Paola, cui era devotissimo. Si tramanda che il convento fosse assolutamente impreparato a ricevere il re e che non avessero nemmeno l'acqua. Sul corso c'è la targa che ricorda l'evento. Il castello testimonia la presenza degli aragonesi nel XV secolo.

 

foto sotto:

Chiesa di Piedigrotta

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ARCHITETTURE RELIGIOSE

Duomo di San Giorgio Martire

L'edificio di culto, eretto in stile barocco nel centro storico del paese nel XVI secolo su una preesistente chiesa, é consacrato a San Giorgio Martire e alla Vergine Maria, come inciso sull'architrave del bel portale barocco risalente al 1632. All'interno della chiesa degne di nota una statua attribuita a Pietro Bernini e la lapide funeraria di Gioacchino Murat, sepolto nei sotterranei della chiesa dove venne tumulato dopo la morte per fucilazione avvenuta nel locale castello. Nella chiesa riposano anche le spoglie di Antonino Anile, nativo di pizzo, letterato, anatomista e ministro dell'istruzione del Regno d'Italia.

 

  • Chiesa Maria SS. Immacolata e S. Ferdinando Re (detta della "Marina"), risalente al XVIII secolo. Sorge sulle rovine del Convento dei Padri Agostiniani distrutto dal terremoto del 1783. Custodisce la statua della Madonna Addolorata, festeggiata in settembre, e una statua di San Ferdinando.

 

  • Chiesa di San Sebastiano, (Sec. XVI) sede dal 1729 con la creazione dell'Arciconfraternita del nome di SS. Maria. All'interno è possibile ammirare stucchi, statue lignee (San Giuseppe, festeggiato a marzo, San Sebastiano, festeggiato a gennaio, SS. Nome di Maria, festeggiato a settembre; inoltre sono custodite le statue della passione e morte di Gesù, utilizzate per la tradizionale processione del Venerdì Santo, detta " di l'Angeleji") decorazioni e ori ed altre opere di artisti calabresi come Zimatore, Morani, Murmura, Grillo, Carioti. Interessanti gli stalli in noce intagliati del XVIII secolo.

 

 

  • Chiesa del Purgatorio, del 1651, è anche detta "dei Morti" per via della cripta, che ospita una fossa sotterranea di tumulazione caratterizzata da numerose nicchie a parete che ospitano scheletri seduti o verticali, mantenuti da un gancio.ondata nel 1651 dalla classe dei marinai e dei pescatori, per statuto, annoverava un’associazione detta “PIA MONTE” che aveva come impegno fondamentale, oltre all’arricchimento del sacro luogo con pregevoli arredi religiosi, quello di mutuare soccorsi ai più bisognosi. Le entrate provenivano dalle rette che pagavano i marinai e i pescatori di Pizzo, in stretto rapporto con i noli dei velieri che transitavano nel locale porto e con la parte spettante al “PIO MONTE” di tutto il pesce pescato e venduto.

 

 

 

 

 

  • Chiesa della Madonna del Carmine (1579): è la chiesa più antica di Pizzo, e tra i numerosi affreschi presenti, le statue più caratteristiche sono: Madonna del Carmine (lignea) festeggiata a luglio, e Santa Rita da Cascia (lignea) festeggiata a maggio.

 

  • Chiesa dell'Immacolata (1630). Sull'altare maggiore si trova una statua lignea dell'Immacolata, di notevole pregio, festeggiata a dicembre insieme a Santa Lucia.

 

  •  Convento dei padri minimi di San Francesco di Paola, risalente al 1579, come la corrispondente chiesa, ricostruita dopo il terremoto del 1905. Dal 2013 la Parrocchia di San Rocco e San Francesco di Paola è stata elevata a Santuario Diocesano.

 

  • Chiesa di Piedigrotta scavata nella roccia arenaria da naufraghi napoletani alla fine del Seicento per ringraziare Dio della vita salva. All'inizio del Novecento Angelo e Alfonso Barone ornarono la grotta con statue della roccia stessa raffiguranti personaggi delle sacre scritture.

 

  • Chiesa della Stazione: chiamata così perché situata vicino alla stazione di Pizzo, è dedicata alla Madonna di Piedigrotta. Più volte danneggiata dai terremoti e restaurata recentemente, ora è Parrocchia e custodisce una statua lignea della Madonna di Piedigrotta seduta su un trono, festeggiata a luglio e invocata come "Madonnina del Mare" o "dei marinai".

GALLERIA SOTTO:

CHIESA DEL PURGATORIO

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FOTO SOTTO

ALTARE CHIESA DE CARMINE

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FOTO SOTTO:

 

SAN GIOVANNI BATTISTA di Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo, presso lo splendido Duomo di San Giorgio di Pizzo. Una chiesa rilevante non tanto dal punto di vista architettonico quanto per le opere presenti e per vari motivi storici. Sia Gian Lorenzo che il padre realizzarono molti capolavori in Calabria, dispersi o distrutti per via dei terremoti, fra cui del più illustre figlio anche una Santa Caterina, della quale è rimasta a Soriano Calabro solo una testa scheggiata. Dietro la scultura della foto c'è una tela che raffigura un miracolo di San Nicola di Bari.

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Piazza della Repubblica: il cuore della città

Aperta come un belvedere sopra un ampio tratto

di costa e definita da eterogenee architetture, è il cuore dell’abitato, luogo d’incontro e di passeggio, frequentato anche per le rinomate gelaterie.

Sul lato opposto al mare spicca il bianchissimo prospetto ornato di rilievi della piccola chiesa dell’Immacolata, eretta nel 1630 per iniziativa di contadini e commercianti che ancora oggi si riconoscono nella Confraternita dell’Immacolata; nell’interno, l’altare maggiore custodisce la venerata immagine dell’Immacolata, statua lignea del 1759.

A piazza della Repubblica è posssibile degustare  gelati artigianali di Pizzo.

Il sublime tartufo gelato, nella forma semisferica e nel colore dato dalla polvere di cacao amaro che lo ricopre, ricorda il profumatissimo tubero nero di Alba. Questa specialità, oggi conosciuta in tutta Europa, è nata a Pizzo, dove viene prodotta nelle gelaterie artigianali fin

dagli anni ’50 del Novecento. Il celebre gelato mantecato alla crema di nocciola e al cioccolato, con un cuore liquido e fondente di cacao, si può gustare – da solo o

accompagnato da panna montata – piacevolmente seduti ai tavolini di una delle tante gelaterie che si affacciano in piazza della Repubblica.

   

Galleria sotto:

Piazza della Repubblica

ph Elise Floresta

ph Yallers Calabria

ph Daniela Palmieri

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Architetture militari: il castello di Murat

Eretto da Ferdinando I d’Aragona nella seconda metà del XV secolo, sorge più in basso rispetto al piano della piazza centrale e presenta un corpo quadrangolare al bordo della rupe e due torrioni cilindrici angolari, il

maggiore dei quali di epoca angioina (1380 circa). La fama di questa fortezza militare, trasformata in età napoleonica in caserma e prigione, è legata

all’episodio di Gioacchino Murat, re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte, che qui venne imprigionato e condannato a morte nell’ottobre del

1815 per aver inutilmente cercato, con un manipolo di fedelissimi, di sollevare un moto popolare contro Ferdinando IV di Borbone nel tentativo di

riconquistare il regno.

EVENTI

 

• San Giorgio (patrono), il 23 aprile.

• Estate napitina (luglio-agosto).

• Premio pittura “Città di Pizzo”

(luglio-agosto)

• Fiera di San Giorgio 23 aprile

 

Particolarmente sentiti sono a Pizzo i riti della Settimana

Santa, con processioni alle quali partecipano i membri di antiche confraternite e l’allestimento in ogni chiesa dei Sepolcri, suggestivi luoghi di preghiera che i fedeli visitano in una sorta di percorso devozionale.

PRODOTTI DEL BORGO

  • Il borgo è riconosciuto come “Città del gelato”, famosissimo è il tartufo gelato al gusto di nocciola e cioccolato e ricoperto di cacao in polvere.

  • I "surici" (nome con cui viene chiamato in Calabria il pesce pettine), il tonno di Pizzo, la fragola, lo zibibbo (un tipo di uva bianca).

 

FOTO SOTTO:

IL TARTUFO DI PIZZO CALABRO

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PIATTI DEL BORGO

  1. La pasta con sugo di tonno.
  2. Il pesce spada grigliato.
  3. La bottarga preparata essiccando le uova del tonno.
  4. Gli strangughjia (fusilli) con il sugo di carne.
  5. Il tonno sott’olio.  
  6. La frosa, una sorta di frittata ripiena di salame.

ANTICHI MESTIERI

 

Le attività di Pizzo sono legate al

mare, al turismo e alla gastronomia. La

pesca del tonno, in queste acque, risalirebbe

all’epoca romana ed araba. Sono

presenti ancora cestai, fabbri e ceramisti.

In agricoltura è ampiamente coltivata

la vite e, soprattutto, l’uva zibibbo.

 

FOTO SOTTO:

Cantine Benvenuto⠀
Zibibbo in purezza ⠀
IGP Calabria

Prodotto Slow Food⠀

 
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LE SPIAGGE

Con i suoi 8 km di costa, il litorale di Pizzo presenta una

morfologia variegata: ampi e accoglienti arenili sabbiosi nel tratto iniziale, verso la piana dell’Angìtola, e piccole calette tra scogli più a sud, dove la costa diventa alta e rocciosa. La spiaggia di Calamaio o dell’Angìtola è

un’ampia spiaggia libera di sabbia fine, costeggiata da pini marittimi, mentre la lunga spiaggia di Marinella, con lidi attrezzati, è detta ’a Tunnara perché un tempo qui si svolgevano la pesca e la lavorazione del tonno; anche la

spiaggia di Piedigrotta, celebre per la sua chiesetta scavata nel tufo, si presenta come un ampio arenile di sabbia fine.

 

Il terrazzo di tufo su cui è arroccato il nucleo storico di Pizzo forma la scogliera di Prangi, un tratto di costa roccioso intervallato da tante piccole spiaggette, di sabbia o di ciottoli; una delle più animate è la spiaggia Bellamana, sotto il centro storico di Pizzo e a ridosso del lungomare. La stretta baia denominata ’a Seggiola, che si apre proprio sotto l’abitato, era l’antico porto peschereccio e accoglieva in inverno le barche dei pescatori.

Informazioni Turistiche

Fonti: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Pizzo_(Italia)

Antichi Borghi di Calabria di Elvira Pacenza @ La Dea Editori

Calabria guide verdi d’italia @Touring Editore

www.calabriadreamin.it

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