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Prodotti Tipici Calabresi: 8 dolci tipici delle festività Pasquali

2024-03-08 13:20

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Prodotti Tipici Calabresi: 8 dolci tipici delle festività Pasquali

Dolci tipici delle festività Pasquali.Tanti sono i dolci che si preparano nelle varie aree, frutto di storie millenarie e di culture che si sono intrecciate.

Prodotti Tipici Calabresi: 8 dolci tipici delle festività Pasquali

I DOLCI PASQUALI IN CALABRIA

In questo periodo le cucine delle massaie calabresi sono inondate di profumi, imbiancate di farina e zeppe di uova. Perchè l'uovo è l'ingrediente immancabile in ogni ricetta, è il simbolo della Pasqua, della vita che rinasce. Tanti sono i dolci che si preparano nelle varie aree, frutto di storie millenarie e di culture che si sono intrecciate. Dolci che un tempo dovevano essere consumati allo scoccare della mezzanotte, allorchè le campane delle chiese iniziavano a suonare per annunziare la Resurrezione del Signore.

Oltre le Cuzzupe si preparano:

  • le Riganelle nelle comunità arbereshe
  • le Nepitelle nel vibonese e crotonese
  • I Cudduraci o Sgute nel reggino e catanzarese
  • i Fraguni nella provincia Vibonese
  • i bocconotti nel nord della Calabria
  • i Ginetti, originari di Roggiano Gravina
  • i Jaluni nell'area grecanica.

La preparazione dei dolci pasquali è un rito che si ripete nel tempo e al quale non si rinuncia.

 

CUZZUPE

I Cucùli (Cuzzùpe): Questi dolci pasticcini sono noti con nomi diversi in tutta la regione. Nell’area di Cosenza (compresa Cetraro), vengono chiamati “cucùli”, mentre in altri luoghi li troviamo con nomi come “cannilijri” o “sguta”. Questi pasticcini fantasiosi hanno un impasto dolce e aromatico, arricchito con uova, scorza di limone e un tocco di strutto. La loro forma unica, quasi barocca, presenta un uovo al centro. Curiosamente, questa delizia ha origini antiche, risalenti alla Magna Grecia, e veniva decorata con foglie di alloro. Nella Grecia moderna, un dolce pasquale simile chiamato “Tsoureki” presenta somiglianze con i cucùli calabresi. Gli ingredienti stessi portano simbolismo: il pane rappresenta fertilità e abbondanza, mentre le uova un tempo avevano vari significati simbolici. Ad esempio, se ricevi un cucùlo con sette uova dalla tua suocera calabrese, puoi stare certo che il matrimonio è all’orizzonte! A Reggio Calabria, questi pasticcini assumono persino la forma di cuori e sono adornati con abbondanti uova sode .

 

Esploreremo ulteriormente alcune varianti di questi dolci pasquali calabresi, ognuna con il suo sapore unico e la sua storia:

Cudduràci:

  • Nell’area di Reggio Calabria, i “cudduràci” sono pasticcini pasquali che conquistano il palato con la loro consistenza soffice, simile a quella di una brioche. Perfetti per essere gustati durante le festività, questi dolci sono spesso arricchiti con aromi come l’arancia o la vaniglia .

Sguta:

  • Localmente noti come “sguta” nell’area della Locride, questi dolci rappresentano un’altra variante dei cucùli. L’impasto è leggermente diverso, risultando in un profumato pane utilizzato non solo per i dessert, ma anche per piatti salati. La loro versatilità li rende un’aggiunta speciale alle tavole pasquali .

Cannilijri:

  • A Cetraro, i “cannilijri” sono pasticcini che condividono le stesse caratteristiche dei cucùli: dolci, aromatici e adornati con un uovo al centro. La tradizione e l’amore per la buona cucina si fondono in queste delizie pasquali .

Ogni variante ha la sua storia e il suo significato, e sono preparate con cura dalle famiglie calabresi per celebrare la Pasqua.

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foto sopra: cuzzupe 

@pasticciandoconmaryon

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cudduraci 

@wonderannakitchen

PETRALI

 I petrali calabresi sono dolcetti tipici della tradizione reggina, preparati prevalentemente in coincidenza delle festività sia pasquali che natalizie. Questi squisiti biscotti hanno la forma di una mezzaluna e sono ripieni di frutta secca, vino cotto, miele e spezie. La storia vuole infatti che a prepararli fosse un prete, insieme alla sua perpetua, come dono ai propri fedeli proprio durante il periodo natalizio. Da qui deriva il nome Petrale che ha un’assonanza con il termine presbitero

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Foto sopra: petrali 

@domenica4995

NEPITELLE (O PITTE PIE)

 Simili ai petrali reggini, le pitte pie sono dolci di pasta frolla ripieni di marmellata, spezie e frutta secca. Vengono preparate sia a Natale che a Pasqua, con alcune variazioni a seconda delle zone  Questa è una ricetta tipica del catanzarese, del vibonese e del crotonese, mentre a Reggio Calabria si usano quasi simili come ingredienti ma a forma di mezzaluna ” chiamati “PETRALI” e preparati nel principalmente nel periodo natalizio( ma anche Pasqua).

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foto sopra: nepitelle 

@paolacassigoli

RIGANELLE

Le riganelle sono un dolce tipico pasquale della Calabria, con origini che risalgono al tardo Medioevo. Questa prelibatezza è particolarmente associata alla tradizione arbëreshë, ma viene preparata anche in altre località calabresi, come a Corigliano. Il momento ideale per gustarle è dopo il mezzogiorno del sabato.

Il nome “Riganella” deriva dalla presenza di un ingrediente insolito nelle ricette dolciarie: l’origano, un’erba aromatica diffusa nel bacino del Mediterraneo. Questo dolce è un simbolo di rinascita e rappresenta un legame profondo con la storia e la cultura della Calabria. 

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FOTO SOPRA: Riganelle

 @fattoriecovelli

BOCCONOTTI

Bocconotti sono un tipico dolcetto della tradizione calabrese, nello specifico della provincia di Cosenza. Questi deliziosi dolci sono realizzati con pasta frolla e sono ripieni di una gustosa marmellata. La ricetta tradizionale prevede che siano farciti con marmellata di uva, ma in alcune varianti possono essere utilizzate altre marmellate o ingredienti.

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FOTO SOPRA: bocconotti

 @ogni_tanto_cucino.jpeg

GINETTI

I ginetti sono dolci tipici pasquali calabresi, originari di Roggiano Gravina, in provincia di Cosenza. Sono dei biscotti a pasta dura, di forma circolare, ricoperti da una glassa bianca.

La loro storia è molto antica, e si pensa che risalga addirittura al periodo romano. All'epoca, i ginetti venivano preparati in occasione delle festività pagane in onore della dea Cerere. Con l'avvento del Cristianesimo, la tradizione si è conservata, e i ginetti sono diventati un dolce simbolo della Pasqua.

La ricetta dei ginetti è molto semplice, e prevede l'utilizzo di pochi ingredienti: farina, uova, zucchero, acqua e anice. L'impasto viene lavorato fino a ottenere una consistenza liscia e omogenea, quindi viene modellato a forma di ciambella. I ginetti vengono poi lessati in acqua bollente per alcuni minuti, e infine cotti in forno fino a doratura.

Una volta sfornati, i ginetti vengono glassati con una glassa bianca a base di zucchero a velo e albume d'uovo. La glassa viene aromatizzata con anice o limone, a seconda dei gusti.

I ginetti sono dei dolci semplici e gustosi, perfetti per essere gustati a colazione o come dessert. Sono un ottimo modo per concludere un pranzo pasquale in famiglia

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FOTO SOPRA: ginetti calabresi

 @osiamo_in_cucina.

FRAGUNI

 I fraguni sono dei rustici calabresi tipici della Pasqua. Si tratta di tortini di pasta di pizza che possono essere farciti a piacere. Esistono numerose varianti, alcune delle quali includono ripieni come salame, prosciutto o pancetta. Nella loro versione più tradizionale, i fraguni sono farciti con ricotta e prezzemolo. Possono essere gustati sia caldi che freddi, e sono perfetti come aperitivo o antipasto. Il lumericchiu” o “fragune”  è un dolce pasquale tipico di alcuni paesi della provincia di Catanzaro. Il primo termine rievoca i lichnarakia”(vedi paragrafo successo). La parola  “fragune” probabilmente deriva dal latino “flado” che significa sfornato, focaccia di forma circolare.  In alcuni paesi dell’istmo di Catanzaro, sono anche chiamate chinulille” o chinulidde”.


 

Ecco come preparare i fraguni di ricotta:

 

 

 

  1. Impasto: Iniziamo preparando l’impasto. Rompi le uova in una ciotola e aggiungi olio, farina (setacciata con il lievito), sale e impasta bene fino a ottenere un panetto. L’impasto non ha bisogno di riposo.
  2. Stesura della pasta: Stendi una sfoglia di impasto con uno spessore di circa 18-20 cm di diametro. Ritaglia tanti dischetti da questa sfoglia.
  3. Ripieno: Amalgama la ricotta con le uova, senza schiacciarla troppo. Aggiungi il prezzemolo tritato e il sale se necessario. Metti il ripieno nei dischetti di pasta, rialzando i bordi facendo dei pizzicotti con le dita. Adagia i tortini sulla placca rivestita con carta forno.
  4. Cottura: Spennella la superficie con latte o tuorlo e inforna a 180 °C per 20 minuti, poi a 170 °C per altri 15 minuti.
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FOTO SOPRA: i fraguni 

@adalgisadomenica

JALUNI

I Jaluni sono dei dolci pasquali ricchi di storia e cultura, tipici della tradizione grecanica della provincia di Reggio Calabria. Questi deliziosi dolci sono simili a ravioli e vengono farciti con ricotta per poi essere fritti. La loro preparazione è un’antica tradizione che viene tramandata da generazioni. 

Secondo  Sebastiano Stranges,  La parola "Jaluni" attinge alle radici ebraiche, derivando da "Shalom", che abbraccia significati come pace, completezza e prosperità. Questi dolcetti, realizzati durante la Pasqua, non sono solo un'esperienza culinaria, ma incarnano simbolicamente la rinascita e la speranza.

La forma a lucerna a 4 becchi richiama simboli di luce e spiritualità, mentre il ripieno di ricotta caprina e toma, formaggio tipico calabrese, sottolinea l'identità regionale del dolce. In questo connubio di sapori, l'autore evidenzia la commistione di culture diverse, tra cui greca, ebraica e calabrese, che ha dato vita a un dolce unico.

In sintesi, i Jaluni vanno oltre il mero gusto: sono un simbolo di pace, prosperità e spiritualità, fungendo da ponte tra culture diverse. Incarnano la ricca tradizione gastronomica calabrese, come sottolineato dall'autore nelle sue espressioni entusiastiche sulla storia, cultura e significato di questo dolce pasquale.

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Anche in Grecia hanno un dolce simile che ricorda nel simbolismo i Jaluni. Si tratta del “lichnarakia”, termine che significa lampada o luce, che indica anch’esso l’origine sacra di questo dolce.  

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La forma della pasta frolla è a lucerna a 4 becchi ed il ripieno è di ricotta rigorosamente di origine caprina. Occorre la Toma riposata almeno due giorni (generalmente ricotta 70% toma 30%)

www.calabriadreamin.it

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