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THE CALABRIA DREAMIN BLOG

Viaggio nella leggenda: sulle orme di Re Tauro e Menia in Calabria e Sicilia

2024-04-03 12:43

Tony Magazzù

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re tauro e menia

Sulle orme di Re Tauro e Menia: un viaggio epico tra Taureana di Palmi e la perla di Taormina  Nel cuore delle antiche terre della Calabria e della Sicilia

Sulle orme di Re Tauro e Menia: un viaggio epico tra Taureana di Palmi e la perla di Taormina

 

Nel cuore delle antiche terre della Calabria e della Sicilia si nascondono storie avvincenti e leggende millenarie. Tra queste, emerge la figura di Tauro, un eroe leggendario il cui coraggio e astuzia hanno plasmato il destino di città come Taormina e Tauriana. In questo articolo, esploreremo le affascinanti leggende legate a Tauro e come queste abbiano plasmato la storia e l'identità di queste antiche località.


Un viaggio tra le pagine del tempo: alla scoperta del leggendario Re Tauro

Sfogliando le pagine consunte di un libro appartenuto al mio caro nonno, intitolato "Metauria e Taureana" del Dott. Antonio De Salvo, che per primo ha condotto studi sul Parco Archeologico dei Tauriani, un nome ha catturato la mia attenzione: Re Tauro. Un nome avvolto nella leggenda, sussurrato tra le rovine di antiche città e tramandato di generazione in generazione, fino a giungere tra le mie mani.

Incuriosito da questa figura enigmatica, ho intrapreso un viaggio di scoperta, seguendo i preziosi studi di Francesca Angiò, a cui va la mia profonda gratitudine. 

Attraverso il suo lavoro, ho avuto modo di svelare i segreti di una storia sconosciuta ai più, persino agli abitanti delle città che ne conservano l'eco (FRANCESCA ANGIÒ  1997, TauroTaureana e le Saline, «Rivista Storica Calabrese», n.s. XVIII, pp. 61-69).

 

Un eroe dimenticato, un legame indissolubile con la mia terra: la figura di Re Tauro si è rivelata come un ponte tra il passato e il presente, un filo conduttore che lega la mia storia personale alle radici profonde della Calabria. Come se mio nonno, attraverso quel libro polveroso, mi avesse trasmesso un messaggio silenzioso: l'amore per la nostra terra, la voglia di riscoprirne le bellezze nascoste e di dare voce a storie destinate a rimanere confinate nella nicchia del mondo accademico.

Dalla leggenda alla realtà: questo viaggio tra le pagine del tempo mi ha spinto a condividere con voi la storia di Re Tauro, fondatore di Taureana e figura chiave anche nella nascita di Taormina. Una storia avvincente che merita di essere conosciuta e celebrata, non solo dagli studiosi, ma anche dal grande pubblico.

Preparatevi ad immergervi in un'avventura ricca di fascino e mistero, tra le vestigia di un'epoca gloriosa e le leggende che ancora sussurrano tra le rovine delle antiche città calabresi. Un viaggio che vi porterà alla scoperta di un eroe dimenticato e vi farà apprezzare ancor di più la ricchezza del nostro patrimonio culturale.

Insieme, risvegliamo la memoria di Re Tauro e restituiamo luce a una storia che attende di essere raccontata.

libro metauria e tauriana

FOTO SOPRA: libro di Antonio De Salvo (a cui è stato dedicato il Parco Archeologico dei Tauriani)

Il mito di Tauro

 Tauro, cananeo, originario della terra di Cam e discendente di Ne­broth, viene condotto prigioniero in Occidente, con la propria madre, do­po la deportazione del suo popolo in Siria . Dall'armatore che lo aveva riscattato perché giovane e bello, e che lo aveva condotto con sè in Italia, viene venduto a Remaldo signore dell'eparchia del­le Saline il quale controllava anche il porto di Reggio ed il passaggio per la Sicilia e che, privo com'è di figli ed in età avanzata, si affeziona subito al giovane schiavo e lo addestra alle arti della guerra. 
Tauro si distinse per la sua forza e intelligenza, divenendo il successore di Remaldo e fondando le città di Taormina e Tauriana.Per stirpe era di razza bionda, di imponente statura e molto potente. La sua storia è tramandata attraverso la Vita di San Pancrazio di Taormina, un'opera agiografica anonima risalente al VIII secolo.
Remaldo dunque occupa il territorio della Calabria meridionale che si estende da Pellaro e Reggio alle Saline, l'attuale piana di Gioia Tauro e non l'omonima località di Saline Ioniche, situata sull'opposto versante ionico.

Il territorio in possesso di Remaldo viene descritto seguendo un percorso che, partendo da Reggio e Pellaro, risale verso le montagne dell'Aspromonte, conducendo poi di nuovo giù verso la costa tirrenica di Gioia Tauro.

Remaldo occupava tutti i luoghi compresi dalla fascia costiera, sì da passare, attraverso Reggio, luogo gelido che è così chiamato, al promontorio di Pellaro e alle alture di Paleocastro, di Trafica, dell'Acqua Tirica e del Cerreto dei Sette Fratelli, fino alla costa stessa delle Saline.

Il territorio dell'avversario di Remaldo, Aquilino, comprende le Serre e la Sila, fino a Tiropoli ed al torrente Coscile.

 

Tauro è fortissimo ma  è anche molto accorto  e cerca di non perdere la forza resistendo alla passione che ha per lui Menia, la giovanissima moglie di Remaldo, esperta in arti magiche.
La prima impresa con la quale comincia ad imporsi la fama di Tauro è proprio nella zona delle Saline: è qui che il giovane affronta dei tori furiosi, dei quali doma il più immane e il più selvaggio, legandolo per le zampe come un agnellino.
Alla morte di Remaldo, ucciso in combattimento da Aquilino, Tauro viene proclamato suo successore.
 

re tauro e regina menia

FOTO SOPRA: elabolazione grafica di Tauro e Menia

copyright @tonymagazzù

La fondazione di Taormina e Tauriana

Tauro,  dopo aver vittoriosamente concluso la guerra e aver sconfitto il nemico con il passaggio in Sicilia, si accinge alla fondazione di Taormina ( Tauromenion) insieme a Menia, che, nel frattempo, diviene sua moglie e che, grazie alle sue arti magiche, arricchisce la città scoprendo l’oro, l’argento e altri metalli, fatta eccezione per lo stagno, ed insegnando agli abitanti della nuova città siciliana la tecnica della fusione.

A questo punto Tauro riprende il mare e, dopo aver riempito le imbarcazioni di pietre, torna Calabria e fonda la città di Tauriana.

vallis salinarum

FOTO SOPRA:  cartina dell'Italia antica dove riporta la valle delle saline: corrispondente all'odierna piana di Gioia Tauro (in Calabria). Il toponimo "Saline" è attestato per la prima volta nella leggendaria Vita Tauri, inserita nella Vita di S. Pancrazio di Taormina. Il termine si riferisce alla presenza di ristagni d'acqua lungo il corso del fiume Petrace. Le Saline medievali sono un'area di grande interesse storico situata a nord di Reggio Calabria. La zona, caratterizzata da una conformazione geografica molto articolata, comprende la costa, la Piana di Gioia Tauro, l'Aspromonte e il fiume Metauro-Petrace.L'insediamento medievale delle Saline si sviluppò intorno al monastero di S. Elia il Giovane, fondato alla fine dell'età bizantina. La città episcopale di Oppido, identificabile con l'antica Mamerto, era situata in prossimità del monastero.


Il romanzo agiografico della vita di San Pancrazio e  Il codice Vat. gr. 1591  

Tauro nella Vita di S. Pancrazio di Taormina, è con­siderato, insieme alla moglie Menia  il fondatore di Taormina(dal personaggio di Menia, leggendaria fondatrice di Taormina e protagonista di uno degli episodi più noti della Vita dello pseudo-Evagrio,  deriva  l’omonima eroina  di  un’opera scandinava  del secolo XIII, Il canto del mulino Gotti).

 

La Vita di San Pancrazio è una lunghissima opera agiograficaanonima,conservata in una dozzina di codici, quasi tutti greci, tranne uno, in latino, ed è databile al periodo delle lotte iconoclaste, intorno all’VIII secolo (ma la datazione è controversa) .

 

Tra i più importanti manoscritti,  ricordo il Vat. gr. 1591 (olim Crypt. 40), da­tato all'anno 964, il Crypt. B.β.  V del secolo X, entrambi di origine italo greca, il Mosqu. Synod. 15, datato all'anno 1023 e l'Athous Lavra D 58, del secolo XI.

 

La redazione è avvenuta verosimilmente in Sicilia nel periodo in cui imperversavano le lotte iconoclaste, forse più precisamente nell'VIII se­colo con l'intento di celebrare l'importanza e l'antichità di Taormina e  Siracusa come sedi episcopali : viene fatto risalire allo stesso apostolo Pietro il desiderio di far evangelizzare queste zone della Sicilia.

 

Nella controversia l'anonimo autore prende chiaramente posizione, mostrando­si favorevole alle immagini. L'opera intera non è più inedita: infatti, dopo molti anni di attesa è stato finalmente pubblicato il testo greco dell’anonima Vita di San Pancrazio di Taormina, così come era stato predisposto dalla compianta Cynthia J. Stallman-Pacitti, a distanza di 26 anni dalla sua prematura scomparsa, avvenuta il 15 ottobre 1992 (FRANCESCA ANGIO’ Qualche considerazione su The Life of Saint Pankratios of Taormina ed. by Cynthia J. Stallman-Pacitti.«Rudiae» 8 (2022), pp. 143-145 ).

 

Mentre la comunità greca di Sicilia si trovava in un periodo di profonda incertezza e disillusione, alle prese con la minaccia di una definitiva islamizzazione dell'isola, la creazione di questi testi assume un significato simbolico quasi testamentario. Essi si pongono come una celebrazione dei fasti passati della Chiesa siciliana, un omaggio alle sue gloriose origini e alle sue radicate tradizioni.

 

I testi offrono uno spaccato affascinante e romanzato sulla Sicilia bizantina e sulle sue complesse vicende storiche.

 

Al loro interno emergono tematiche di grande interesse, come l'iconodulismo, la rivendicazione dell'apostolicità petrina,  il forte legame con Roma e il giudaismo. Questi elementi testimoniano la ricca stratificazione culturale dei testi e del loro ambiente di circolazione, suggerendo possibili connessioni con le aspirazioni siracusane di ottenere la dignità di metropoli tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo.

 

Oltre al valore letterario e storico, i due testi trascritti da Basilio nel 964 rappresentano una preziosa testimonianza di un'epoca di grandi cambiamenti e sfide per la comunità greca in Sicilia. La loro riscoperta e analisi ci permettono di approfondire la conoscenza di un periodo cruciale per l'isola e di cogliere le sfumature di una cultura che ha lasciato un segno indelebile nella sua storia.

codice vat. vita san pancrazio

FOTO SOPRA: IL CODICE VAT. GR. 1591 Vat. gr. 1591:  il manoscritto  datato più antico, copiato dal monaco Basilio nel 964, di mm 220x165 su due colonne, dedica interamente i suoi 216 fogli alle due leggende, trascritte in due blocchi equivalenti di  106 fogli, prima la Vita di S. Pancrazio [ff. l-107v] poi la Passio dei Santi lentinesi [ff . 110-21 6v] , separate a metà da un breve trattatello di Gregorio Nazianzeno [f. 108], autore molto letto nei monasteri italogreci. Affine èil Crypt. B. ß. V, anonimo e non datato, ma della stessa famiglia del codice vaticano, con cui condivide l'appartenenza a Grottaferrata e il formato [mm 200x150]. Il manoscritto di appena 160 fogli, reca la sola Vita di S. Pancrazio ed è fondato il sospetto che abbia contenuto anche la Passio dei santi lentinesi, smembrata e dispersa.

La redazione unificata delle due leggende raggiunse precocemente il Monte Athos.

 

Il 24 dicembre 964 il monaco Basilio finiva di trascrivere, in un  monastero greco del meridione d'Italia, i due testi più complessi e fantasiosi della letteratura agiografica siciliana : la Vita di S. Pancrazio vescovo di Taormina, attribuita ad Evagrio suo discepolo e successore [BHG 1410], e la Passio dei Santi lentinesi Alfio, Filadelfo e Cirino (BHG 57-62, 2021]. Si tratta del codice Vat gr. 1591, proveniente da Grottaferrata, che conserva la trascrizione più antica dei due romanzi agiografici siciliani.

 

monastero di san pancrazio- taormia

FOTO SOPRA:  Chiesa di San Pancrazio a Taormina

 San Pancrazio nacque in Asia Minore(Anatolia) : la catena montuosa del Tauro , la maggior parte della catena,  si trova proprio in Anatolia, attraversando la penisola da ovest a est.

San Pancrazio, un nobile cristiano di Antiochia, all'età di 14 o 15 anni subì il martirio sotto l'imperatore Diocleziano. La sua storia, tramandata attraverso la tradizione e l'arte, lo venera come santo e martire, celebrando la sua memoria il 12 maggio.

Secondo un'altra tradizione, San Pancrazio fu inviato a Taormina da San Pietro per predicare il Vangelo. 

Qui distrusse tre idoli pagani, Falcone, Lissone e Scamandro, convertendo molte persone al cristianesimo, tra cui il governatore Bonifacio. Tuttavia, i Montanisti lo martirizzarono, confermando la sua fede incrollabile.

Taormina, all'epoca conosciuta come "città di Tauro e Menia", divenne luogo di culto per San Pancrazio, che vi costruì una chiesa. La sua memoria rimane viva nella tradizione locale, testimoniando la sua dedizione al Vangelo e il suo coraggio di fronte al martirio.
 Esistono diverse versioni della vita di San Pancrazio, con alcune discrepanze.

 

S. Pancrazio, leggendario protovescovo di Taormina, è il protagonista di una delle opere più interessanti della letteratura agiografica italogreca (BHG e BHG Nov. Auct. 1410 e 1410a-b). 

Si tratta di un prolisso racconto  con  caratteri spiccatamente  romanzeschi,  un ibrido  tra  generi diversi (vita, leggenda eziologica, acta pseudo apostolici, passio) in cui si intrecciano motivi di polemica ideologica e di propaganda religiosa, anacronisticamente collocati dall’autore, lo pseudo-Evagrio, al tempo di s. Pietro, al fine di dimostrare l’origine apostolica della diocesi di Taormina.

 L’opera è databile in un’epoca compresa tra gli inizi della controversia iconoclastica e il primo decennio del secolo IX .

L'espediente di retrodatare all'età apostolica la fondazione delle chiese della costa orientale dell'isola al fine di nobilitarne le origini episcopali  è ben noto al redattore della Vita di S. Pancrazio e ha poi trovato notevole fortuna presso il gesuita Ottavio Gaetani [1556-1620], il benemerito scopritore della agiografia siciliana , che coltivò il mito dell' apostolicità delle chiese siciliane servendosi soprattutto di questa fonte.

 Oggi si tende a collegare la rivendicazione dell' apostolicità petrina con le aspirazioni siracusane alla dignità metropolitica tra gli ultimi decenni del secolo VIII e i primi del IX.

Essa fu conosciuta e apprezzata anche al di fuori dell’ambito italogreco, come testimoniato dai codici di origine orientale che la tramandano,  dalla  passio brevior del  cosiddetto  «Menologio Imperiale» (BHG e BHG Nov. Auct. 1410m) e dalle versioni in lingua slava, georgiana, armena e araba . 

 

 

Rimangono dubbi su alcuni dettagli della sua vita, ma la sua fede e il suo martirio sono certi.        approfondisci qui

La figura di Tauro e le origini di Taureana e Taormina

Un enigma storico: Tauro, fondatore di due città?

La figura di Tauro, personaggio avvolto nella leggenda, emerge come fondatore di due città: Taureana in Calabria e Taormina in Sicilia. Da un'analisi attenta delle fonti, tra cui la "Vita di S. Fantino il Vecchio" e la "Vita di San Pancrazio",  Francesca Angiò rivela interessanti connessioni e apre a nuove ipotesi sulla sua provenienza e sul suo ruolo.

Tauro: un eroe calabro?

Nella "Vita di S. Fantino il Vecchio", Tauro è menzionato come fondatore di Taureana, città calabrese situata nella zona delle Saline. Il suo nome, associato al toro, e la presenza di raffigurazioni taurine sulle monete di Sibari e Thuri suggeriscono un'origine calabra di Tauro. A sostegno di questa ipotesi, Francesca Angiò cita la straordinaria impresa del giovane Tauro, raccontata nella sua Vita, che lo vede trionfare contro tori selvaggi proprio nella zona delle Saline.

Un'ipotesi suggestiva: la "falsificazione" della storia?

la Angiò  avanza l'ipotesi che il compilatore della "Vita di San Pancrazio" abbia trasferito la figura di Tauro in Sicilia, associandola anche alla fondazione di Taormina, per rafforzare l'idea di un unico regno tra Calabria e Sicilia. A supporto di questa teoria, si osserva che nella "Vita di San Pancrazio" non vi è alcun riferimento a eventi o luoghi siciliani legati a Tauro 

Un'altra chiave di lettura: il connubio tra forza e intelligenza

La fondazione di Taormina viene attribuita a Tauro e Menia, figura femminile simbolo di intelligenza e abilità. Il nome "Taormina" deriverebbe dalla fusione dei loro nomi, a rappresentare l'unione tra forza fisica e ingegno. Il legame con la Calabria è mantenuto attraverso le pietre trasportate da Tauro da Taormina a Taureana, quasi a voler conservare un legame tangibile con la sua terra d'origine.

Un invito a ulteriori ricerche

L'analisi proposta offre un contributo stimolante alla comprensione della figura di Tauro e delle origini di Taureana e Taormina. L'ipotesi avanzata dall'autore apre nuove prospettive di ricerca e richiede ulteriori approfondimenti, sia attraverso un'analisi più ampia delle fonti storiche, sia attraverso indagini archeologiche, per poter finalmente svelare i misteri che avvolgono questo enigmatico personaggio

moneta italica taurina

FOTO SOPRA: La prima emissione monetale di Rhegion, testimoniata da pochi esemplari di cui uno solo assolutamente certo, si data intorno al 510 a.C. Si tratta di dracme d’argento incuse di peso calcidese (lo standard oscilla, a quell’epoca, tra 5,6 e 5,8 gr), che presentano come tipo un toro a volto umano inginocchiato, con in alto quella che secondo alcuni è una cicala(collegata al mito di Eracle) mentre per altri sembrerebbe una faretra per le freccie

 il Monte Tauro e l'intreccio di culture a Taormina

Considerazioni dell'autore dell'articolo: Le origini di Taormina si intrecciano con quelle della vicina Naxos, la prima colonia greca in Sicilia fondata nell'VIII secolo a.C. Dopo la distruzione di Naxos nel 403 a.C. per mano del tiranno siracusano Dionisio I, i superstiti si rifugiarono sul Monte Tauro, dando vita a Tauromenion nel 358 a.C. La città prosperò sotto il governo di Andromaco, divenendo un importante centro politico e militare.

 

"Primi fra i Greci i Calcidesi venuti per mare dall'Eubea fondarono Nasso ed innalzarono un altare ad Apollo Archegetes..." (Tucidide, La guerra del Peloponneso, libro VI,3,1)

 

I racconti sulla composizione etnica dei coloni che fondarono la più antica città greca di Sicilia sono molteplici e non tutti concordanti. Secondo Tucidide, i coloni erano Calcidesi; secondo Ellanico Calcidesi e Nassi; secondo Eforo e lo pseudo-Scimno Calcidesi, Ioni e Dori, che in seguito a controversie si sarebbero separati, andando i Calcidesi a fondare Naxos, i Megaresi Megara Iblea e i Dori Capo Zefirio, in Calabria. Vi è comunque consenso sulla priorità e importanza dell'elemento calcidese, ma la presenza di Ioni di Naxos sembra assicurata dal nome stesso dato alla colonia.

Questi elementi  e premesse ci portano a fare delle considerazioni circa il monte Tauro e il suo nome che potere trovare in maniera più approfondita nell articolo e che qui sintetizzo

Il Tauro, noto anche come Tauro di Licia, è una catena montuosa della Turchia meridionale, situata tra gli altopiani dell’Anatolia e la costa turca del Mediterraneo I coloni greci, provenendo da zone vicine al Monte Tauro in Anatolia, potrebbero aver notato una somiglianza con la montagna di Taormina, rafforzata dalla forma simile a un toro, animale venerato in diverse culture antiche.La posizione del Tauro vicino alla Grecia e alle sue isole potrebbe aver favorito scambi culturali e commerciali.

L'importanza della Grecia e della Siria (dove si trova il Tauro) come centri culturali e commerciali nell'antichità, e i contatti tra le civiltà greche e quelle dell'Asia Minore, potrebbero aver influenzato la scelta del nome.Il legame del Tauro con storie di eroi e avventure nella mitologia greca, come il mito di Giasone e gli Argonauti, potrebbe aver contribuito a creare un collegamento simbolico tra le due regioni.

Gli stessi Calcidesi fondarono Rheghion  e Taureana, in Calabria, in quelle zone è forte il simbolo del toro come dio pluviale e di altre forze. I Reggini erano talvolta indicati come Taurocini  e il fiume che lambiva Reggio a sud era chiamato Taurocinio. Il Dio pluviale Acheloo apparteneva alla cultura Greca. 

E' utile anche, ai fini della discussione  che Calcide ha una storia antichissima fu  abitata da genti di stirpe ionica. Verso la fine del II millennio a.C., quando gli Ioni migrarono dall’Attica e dal Peloponneso orientale verso le coste dell'Asia minore, fondarono una dozzina di città, tra cui Mileto. La comunanza culturale, etnica e religiosa - il cui centro si identifica comunemente con il santuario di Poseidone a Panionion, presso Mycale - fece confluire le città in una confederazione, la Lega ionica.

Nell'VIII secolo a.C. gli Ioni si rendono protagonisti di una serie di colonizzazioni in Italia e Sicilia: ioniche (e precisamente euboiche) sono le colonie di PitecussaCumaNeapolisRhegionNaxos e Zancle. Alcune di queste saranno poi metropoli di alcune subcolonie: subcolonie di Naxos sono Leontinoi e Katane. Zancle fonderà poi Mile. Zancle e Mile congiuntamente fonderanno poi Himera.

 

Prima dell'arrivo dei Greci, Calabria e Sicilia erano terre di Fenici. La presenza di queste due civiltà sul suolo italico diede vita a un vivace interscambio culturale e commerciale, plasmando la storia e l'identità di queste regioni.

La Fenicia corrisponde alla Siria meridionale ed al Libano (dove è insediato il monte Tauro). La loro terra di origine era conosciuta come “Canaan” , Terra di origine del Leggendatio Tauro, e loro si definiscono “Cananei”.

E ancora, Antiochia ad Taurum (lett. "Antiochia presso il Tauro") (in greco antico: Ἀντιόχεια τοῦ Ταύρου; lett. "Antiochia del Tauro") era una città ellenistica dell'antica Siria a est del monte Amanus, appartenente alla catena montuosa del Tauro.

 

La storia di Taormina si intreccia indissolubilmente con il Monte Tauro, non solo come possibile fonte del suo nome, ma anche come simbolo di un'eredità culturale e geografica condivisa dalle popolazioni antiche che abitarono questa regione.

Un legame ancestrale:

Il Monte Tauro, situato in Turchia, rappresentava un punto di riferimento per diverse culture del Mediterraneo. La sua imponente figura, simile a un toro, ha ispirato miti e leggende, tra cui quella del leggendario eroe Tauro, protagonista di numerose narrazioni. La presenza del suo nome nella toponomastica di diverse località, tra cui Taormina, suggerisce un profondo legame con queste popolazioni antiche.

Un crogiolo di influenze:

Le popolazioni greche, calcidesi e fenicie che si insediarono in Calabria e Sicilia condividevano radici comuni, plasmando un'identità culturale unica. Il culto del toro, ricorrente in diverse culture, rappresenta un elemento di connessione che trascende i confini geografici.

Un patrimonio inestimabile:

L'intreccio di culture a Taormina, influenzato dal Monte Tauro e dal leggendario eroe omonimo, ci consegna un patrimonio inestimabile. La storia di questa città ci ricorda che la mescolanza di tradizioni e simbologie è la chiave per creare società vibranti e innovative, capaci di lasciare un segno indelebile nel tempo.

Riflessioni per il futuro:

Guardando al passato, possiamo trarre insegnamenti preziosi per il futuro. L'eredità del Monte Tauro e di Taormina ci invita a valorizzare la diversità culturale come fonte di arricchimento e a coltivare il dialogo tra culture diverse per costruire un mondo più armonioso e ricco di sfumature.

 

 

 

 

mappa monte tauro

FOTO SOPRA: mappa dei dialetti greci in epoca classica

dialetti della magna grecia

FOTO SOPRA: colonie della Magna Grecia in Sicilia e Calabria

mappa monte tauro in licia

FOTO SOPRA: Il Tauro (turco: Toros Dağları) è una catena montuosa della Turchia meridionale, che si trova fra gli altopiani dell'Anatolia e la costa turca del Mediterraneo.

La catena è costituita da tre settori:

  • Tauro Occidentale: 
  • Tauro Centrale
  • Tauro Orientale

Un gemellaggio culturale tra Taureana e Taormina: un connubio di storia e leggenda

La leggenda di Tauro, eroe fondatore di entrambe le città, offre un terreno fertile per un fecondo gemellaggio culturale tra Taureana di Palmi e Taormina. Un legame che affonda le sue radici in un passato comune, intrecciato di miti e imprese eroiche, e che si manifesta ancora oggi nella forza e nella tenacia dei loro abitanti.

Immaginate un percorso comune che valorizzi il patrimonio storico e culturale di entrambe le città: eventi congiunti, percorsi archeologici tematici, scambi di esperienze tra musei e associazioni. Un gemellaggio che non si esaurisce in una semplice celebrazione del passato, ma che diventa volano per lo sviluppo e la promozione del territorio, attrando turisti e appassionati di storia e cultura.

Pensate a mostre itineranti che raccontino la figura di Tauro e le sue gesta, a rievocazioni storiche che riportino in vita le atmosfere dell'antica Taureana, a festival che celebrano la forza e l'ingegno dei due popoli. Un gemellaggio che diventi un ponte ideale per valorizzare le bellezze naturali e le tradizioni enogastronomiche di entrambe le zone, creando un'esperienza unica per i visitatori.

La leggenda di Tauro, con il suo solido spessore culturale, rappresenta un'occasione preziosa per rafforzare l'identità di queste due città e per tessere un futuro comune all'insegna della collaborazione e della valorizzazione del patrimonio storico. Un gemellaggio che non solo onora il passato, ma che guarda con fiducia al futuro, aprendo nuove strade per la crescita e lo sviluppo di Taureana e Taormina.

Insieme, queste due città possono diventare un simbolo di unità e di rinascita culturale, un esempio di come la storia e la leggenda possano trasformarsi in motori di progresso e di condivisione.

 

 

 


 

tourcalabria
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